Per me la scrittura è crescita e divertimento. Intervista a Silvia Volpi – Alzati e corri, direttora

41btVc6Z1KL._SX324_BO1,204,203,200_MilanoNera ha avuto il piacere di porre qualche domanda a Silvia Volpi, da poco nelle librerie con Alzati e corri, direttora, Mondadori.

Alzati e corri, direttora è il tuo esordio letterario. Cosa ti ha spinto a scrivere un giallo? Cos’è per te la scrittura e quali autori ti hanno maggiormente ispirata?
Avevo voglia di raccontare storie di vita partendo da fatti ingarbugliati e intrattenere il lettore presentando personaggi e territori. Un giallo era lo strumento più adeguato e in mente già da un po’ avevo il personaggio della direttora che scalpitava per essere raccontata. Mi sono messa a scrivere ed è stato divertente da subito.
La scrittura è il mio modo di avvicinarmi agli altri e un bisogno primario, è un lavoro e anche un passatempo, è una crescita continua e pure un divertimento. La pratico da sempre, in ambiti differenti e con spazi diversi. Tra gli autori che hanno lasciato un segno, dico Ernest Hemingway, Natalia Ginzburg, Agatha Christie e Leonardo Sciascia.

Chi è Elsa Guidi? Quanto di te c’è nella scoppiettante direttora?
Elsa Guidi dirige il quotidiano La Piazza con sede a Pisa. E’ madre di due figli, ha un marito che fa l’imprenditore di prodotti per la cura del corpo ed è una runner appassionata. La mattina si sveglia presto e corre, è il tempo per sé e anche il momento per osservare la città che si sta svegliando. Elsa è curiosa e il suo passato da cronista di nera non l’abbandona  mai, ha il naso della giornalista di strada, sempre sulla cronaca. Elsa è una donna tosta e con ottima posizione professionale, premurosa in famiglia e dotata di grande ironia, pure vulnerabile per certi aspetti. E’ un personaggio partorito dalla mia fantasia. Più che qualcosa di me, lei contiene tanto di ciò che vedo e incontro vivendo, pezzi di vite, di passioni, di debolezze e forze che sono di tutti. Poi anch’io sono madre, ho tre figli, e lavoro in un giornale.

La quotidianità della redazione de La Piazza quanto rispecchia la tua vita come giornalista?
La vita di redazione e di un giornale sono il mio ambiente lavorativo da molto tempo. E’ una dimensione che conosco bene e in cui mi sono mossa in diversi settori e ora lavoro come segretaria di redazione al giornale Il Tirreno. Il quotidiano che dirige Elsa Guidi è tutto di fantasia e pensato perché soddisfi esigenze narrative anche se le dinamiche di una cronaca e la struttura di una professione sono verosimili.

Parliamo dell’ambientazione: la storia si svolge nella tua Pisa, com’è stato descrivere e raccontare una Pisa possiamo dire più sconosciuta e fuori dalle mire turistiche?
Pisa è una città di grande bellezza anche oltre i luoghi noti al mondo, come la piazza dei Miracoli. C’è arte, storia, vita in ogni strada, in ogni angolo. Mi piace raccontare al lettore un punto di vista mosso anche dal cuore, dai ricordi, dalle esperienze vissute. E i protagonisti del romanzo, essendo giornalisti, hanno anche lo sguardo allenato a osservare per riportare agli altri. Mi piace pensare che chi legge il libro si senta anche attratto dall’ambiente in cui tutta la storia si svolge e magari pensare a visitare Pisa attraverso i percorsi di Elsa Guidi e degli altri personaggi del libro.

Ho una domanda che mi perseguita da quando ho iniziato la lettura del libro e che non vedevo l’ora di porti: perché proprio “direttora”?
C’è più di una ragione che mi ha spinto a scrivere “direttora”. Quando ho cominciato a inventare i personaggi e a stendere il romanzo mi serviva una donna che si muovesse su più fronti utilizzando diversi registri, la determinazione, l’ironia, la comprensione, la passione, la bellezza. E quando ho avuto chiaro chi avevo davanti, chi è Elsa Guidi, in automatico è venuta fuori già come una direttora. E’ stato pescare nei modi di dire di mia nonna che declinava al femminile qualsiasi nome (il medico donna era la dottora, la donna con i capelli rossi era la rossa e così via), anche connotare la professione di una donna alla guida del giornale, e strizzare l’occhio all’ironia dei toscani.

Ho trovato molto originale la scelta di raccontare un fatto di cronaca nera dal punto di vista di una testata giornalistica, descrivendone la vita di tutti i giorni. E ancora di più mi è piaciuta l’idea che a parlare sia una donna forte e tenace come Elsa. Cosa ti ha spinto a questo? Pensi che il mondo femminile sia abbastanza presente nel panorama italiano del giallo o che sia importante dedicare più spazio a donne come la direttora?
Nel mio romanzo l’indagine è condotta da due giornalisti, Elsa Guidi e il talentuoso cronista di nera Tommaso Morotti. Volevo dare al lettore un giallo con un meccanismo non tipico dell’indagine poliziesca o con i personaggi che più tradizionalmente si trovano in questo genere di narrativa. In “Alzati e corri, direttora” i lettori hanno davanti una storia che solo il naso di due giornalisti e il passo dettato dalla cronaca riusciranno a portare verso la verità. E’ un punto di vista nuovo nel panorama del giallo italiano e una donna come la direttora è in grado di catturare l’attenzione mettendo in campo molte sfaccettature. Nel panorama del giallo c’è spazio anche per raccontare il mondo femminile così come lo faccio in questo libro che presenta la direttora e pure diversi personaggi maschili che scrivendo mi hanno divertito e intrigato parecchio.

Il personaggio di Tommaso Morotti: personalmente l’ho adorato e detestato allo stesso tempo, ho alternato momenti in cui avrei voluto prenderlo a schiaffi ad altri in cui mi sarebbe piaciuto conoscerlo faccia a faccia… Come vorresti finisse tra lui e la segretaria Paola? Ne parlerai in un prossimo libro?
Morotti è bello, inutile girarci intorno. E lui lo sa. E’ un cronista di grande valore ed è anche un uomo con un ascendente sulle donne, ha l’ironia toscana, a volte impertinente, in altri casi amico affidabile. Mi sono appassionata a scrivere di Tommaso. Per sapere come andrà con Paola bisogna aspettare un prossimo libro, che mi auguro possa esserci presto.

Nel tuo libro non manca una buona dose di humour e ironia. È importante, secondo te, che un giallo sappia anche far divertire il lettore?
Nei romanzi come nella vita reale ritengo che l’ironia e la capacità di sorridere facciano davvero una bella differenza, sono spinte, a volte rinforzi oppure efficaci salvagente. Un giallo è un meccanismo perfetto in cui il lettore può trovare una storia un po’ misteriosa in cui entrare e lasciarsi accompagnare da personaggi e territori fino al chiarimento di tutto; trova anche ambienti da conoscere e approfondire, spunti di riflessione su dinamiche che riguardano la vita di tutti noi e infine il lettore si diverte, ha fra le mani un romanzo d’intrattenimento. Direi che è un pacchetto interessante e vario.

La nostra amata direttora sarà la protagonista di altre indagini? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mi auguro proprio che Elsa Guidi e il suo mondo possano essere di nuovo in libreria con altre indagini. Questo romanzo è pensato perché possa esserci altro da raccontare. Nella mia testa il prossimo passo è già molto chiaro e non vedo l’ora di poterlo passare anche ai lettori. Vedremo. I riscontri dei lettori in questi primi giorni dall’uscita del libro sono molto buoni e questo mi fa davvero piacere. Mi sono divertita a scrivere “Alzati e corri, direttora” e voglio che stia bene anche chi ne sfoglia le pagine. Il passaparola dei lettori che si affezionano ai personaggi e all’indagine è un dono prezioso, sono grata a tutti coloro che dopo aver letto il libro m’inviano messaggi sia attraverso i canali social che con il sito. Intanto ho la mente e le mani pronte per la scrittura di un altro giallo con una nuova indagine di Elsa Guidi, mentre un testo d’altro tenore e già compiuto spero possa uscire presto. Poi voglio muovermi il più possibile fra scrittura e libri, storie e vite.

MilanoNera ringrazia Silvia Volpi per la disponibilità
Qui la nostra recensione a Alzati e corri, direttora

 

Claudia Sermarini

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