Intrighi, giochi di potere, complotti dinastici e – ultime ma non per importanza – due famiglie normanne unite da oscuri segreti. Et voilà, il gioco è fatto!
Sì, signori: stavolta Marcello Simoni riprende in mano la sua bacchetta magica e torna tra noi con quella narrativa avvolgente che ci aveva conquistato agli esordi, poi premiata da un grande successo nazionale e internazionale. La storia, come sempre saldamente ancorata alla ricerca storica, si intreccia con la sua dotta ma fertile fantasia, per farci vivere nuove avventure ammantate del fascino medievale.
E quale periodo storico poteva offrire più spazio alla sua penna, sempre prolifica e affascinante, se non il Medioevo normanno in Sicilia? Simoni non solo ci ammalia, ma ci promette addirittura che questa sua nuova, intrigante saga in tre volumi ci accompagnerà fino al 2026.
E allora, pronti? Via!
Anno Domini 1127.
Ruggero II d’Altavilla, della fiera stirpe normanna, dopo la morte del padre e la scomunica da parte di papa Onorio II, si è già proclamato duca di Calabria e, sconfitti i nemici, è approdato in Sicilia per farsi acclamare duca – e poi re.
A Sagitta, sulla costa nord-occidentale della Sicilia, tra Palermo e Cefalù, nel piccolo borgo dominato da un vecchio castello e vivificato dalle tonnare, un drakkar vichingo con la testa di drago e un ridotto equipaggio di dieci persone approda faticosamente, intralciato dalle reti dei pescatori. Si arena malamente sulla spiaggia.
Dal drakkar sbarca, sotto il sole cocente del Mediterraneo, un gruppetto sparuto: un uomo fiero con un braccio fasciato, Hermefredus Ferracutus, cugino di Guglielmo il Rosso, sua moglie Emma e i loro tre figli – Folco, un robusto ragazzo di sedici anni, la bionda e acuta Fresenda, di tredici, con in braccio il fratellino Abelardo, ancora in fasce – insieme a una piccola scorta di uomini.
Ad accoglierli a cavallo, scortati da armigeri pronti a combattere, i signori di quelle terre: il barone Galgano Drengot e sua figlia Altruda. La tensione si stempera solo quando Hermefredus esibisce prontamente una cartapecora con l’accordo matrimoniale tra le due casate. Per il barone Galgano, ciò che conta è l’alto lignaggio dei Ferracutus, che annoverano tra gli antenati il grande Rollone, l’indomito jarl normanno di origine vichinga.
Proprio per questo motivo, Galgano – privo di eredi maschi – ha cercato uno sposo per sua figlia nella contea di Évreux, in Normandia. Due casate normanne, dunque, pronte a unirsi. La prima, cristianissima (sebbene Altruda, bruna dalla pelle ambrata, sia figlia delle seconde nozze del barone con una moresca); la seconda, i Ferracutus, ufficialmente battezzati ma ancora legati, almeno in apparenza, a tradizioni pagane. Dopo un lungo viaggio dalla Normandia, sono pronti a intrecciare i propri destini.
Ma Altruda non sembra entusiasta all’idea di sposare uno sconosciuto, un ragazzo biondo venuto dal Nord – per di più più giovane di lei di due anni.
Il primo vero confronto avverrà al castello, durante un banchetto. È subito evidente che il barone vuole il matrimonio e intende sfruttare il futuro genero – un normanno di stirpe nobile, senza alleanze a sud – per inserirsi meglio nella corte di Ruggero II. Tuttavia, prima di potersi guadagnare il titolo di cavaliere come il padre, Folco dovrà imparare a combattere e affrontare dure prove. Nulla sarà facile per lui.
Sullo sfondo, un contesto instabile: incursioni moresche, delitti efferati, tensioni dinastiche e guerre all’orizzonte, con trame oscure e ricatti crudeli. Per sopravvivere in questo regno splendido e insidioso – un nido di vipere – i nuovi arrivati dovranno adattarsi, senza piegarsi ai complessi giochi di potere dei normanni di Sicilia.
Per l’impavido Folco di Évreux, sposare Altruda potrebbe sembrare la chiave per inserirsi in quel mondo, ma non basta. Bisogna proteggersi. Per fortuna sua madre Emma, maestra nelle relazioni più improbabili, e sua sorella Fresenda, acuta e reattiva, sembrano sempre in grado di cavarsela. Ma per quanto ancora?
Come reagiranno ad alcune imposizioni che sembrano ferree? Come affronteranno i misteri inconfessabili che li circondano?
Folco dovrà guardarsi le spalle. Galgano Drengot è un uomo dai molti segreti, e quello più torbido potrebbe celarsi proprio nella torre orientale del castello, dai tratti moreschi.
Tra guerre, alleanze fragili e tradimenti minacciosi, la dolce vita nella Sicilia normanna sta per trasformarsi in una feroce lotta per la sopravvivenza. E Folco scoprirà presto che il vero nemico potrebbe trovarsi proprio dentro il feudo. O addirittura più vicino.
“La segreta torre delle aquile” è un romanzo bello e avvincente, che vola alto – come il falcone del barone Galgano – fino all’ultima pagina. E ormai, in attesa del seguito, non mi resta che dire: alla prossima!
Una prossima che, astutamente, Simoni già ci prospetta per l’autunno… forse novembre.


