La paura del buio – Alessandro Beriachetto



Alessandro Beriachetto
La paura del buio
Golem Edizioni
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L’ambientazione torinese, con la sua eleganza ma anche con il frequente intercalare di eloquenti espressioni dialettali, contribuisce sin dalle prime pagine a calarci dentro questo thriller, veloce e ben sviluppato.

Mec – neppure lui sa bene perché lo chiamino così – è un commissario di polizia che, dopo un gravissimo lutto, decide di congedarsi e insegnare all’Università.

Ma un fiuto come il suo non può andare in pensione. E quando Torino è scossa da omicidi efferati ai danni di adolescenti, viene richiamato dai suoi superiori. Accanto a lui un giovane viceispettore, Vincenzo, difficile da tenere a bada perché impetuoso e desideroso di fare colpo, mostrando le sue abilità, che anche Mec gli riconosce.

I personaggi sono tridimensionali: li vediamo, li ascoltiamo, avvertiamo l’odore del sangue nelle scene più forti.

Niente sembra collegare tra loro le giovani vittime che mostrano, sul corpo, profondi segni di morsi; l’indagine è complessa e così intensa da catturarci sin dalle prime mosse, aiutati dalle indicazioni di Mec che subito prova a ragionare come il serial killer.

Parallelamente alle indagini della polizia, si muove l’interesse – quasi casuale – di Marti, una giovane assistente sanitaria che rimane scioccata dalla reazione di una paziente psichiatrica, ospite della Residenza dove lavora, da tempo in stato catatonico.

La donna ha una reazione abnorme, in risposta alla visione di immagini in TV, che sembra avere collegamenti con gli omicidi.

Il dispiegarsi della trama, con i suoi colpi di scena, il ritmo serrato e incalzante – grazie anche ai capitoli brevi – non toglie tuttavia spazio alla profondità e umanità dei personaggi che incontriamo e alle loro sofferenze, passate e attuali.

È proprio questo alternarsi di vivacità intellettuale, fatta di intuizioni brillanti, e ripiegamenti su sé stessi, a ricercare le proprie omissioni e i propri errori, che conferisce maggior qualità a una narrazione già di per sé coinvolgente.

Marinella Giuni

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