Caldo – Victor Jestin



Victor Jestin
Caldo
Edizioni E/O
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Tra il guardare e l’intervenire c’è di mezzo…

Più o meno chiunque, anche i bambini più piccoli, hanno un cellulare in mano. Tranquilli, non ho voglia di parlare del danno celebrale e sociale a cui si è esposti mirando e rimirando il proprio riflesso su di uno schermo che proietta superficialità, questa volta mi vorrei concentrare sull’opportunità di imprigionare immagini e video.
Mi spiego meglio. Disponendo di una fotocamera, chiunque può avere la possibilità di effettuare lo scatto o quel video che intrappola piccole e grandi ingiustizie, inchiodando i colpevoli alle proprie responsabilità, oppure rendere noti piccoli e grandi gesti di eroismo che – altrimenti – sarebbero andati perduti.
No, non credo che basti schiacciare un pulsante per trasformarsi in reporter o giornalista e, dettaglio non trascurabile, anche le istantanee strappate alla realtà non sono sempre così “oggettive”, ma è un discorso troppo complicato perché uno come me possa dire la sua opinione.
Quello che mi preme davvero è semplice. Nel momento in cui sono presente durante un’ingiustizia, cosa devo fare: intervenire o testimoniare?
Vero, la prova “nero su bianco” può sensibilizzare chi non è a conoscenza di alcune situazioni e può anche diventare le sbarre dietro a cui rinchiudere i colpevoli ma, purtroppo, può anche la pietra tombale sotto cui seppellire la vittima.
Tra il guardare e l’intervenire c’è di mezzo una scelta, la stessa che – e non importa quanto biasimi l’accaduto – alla fine mi rende complice.
Caldo di Victor Jestin racconta gli ultimi giorni delle vacanze di Leonard in un campeggio. Si tratta di un ragazzo pronto a intraprendere un percorso di studi di musicologia, alle prese con Zoe, una ragazza verso cui sente un legame.
A prima vista, non sembra avere nulla di speciale, un adolescente come tanti altri, se non fosse che tutte queste informazioni le veniamo a sapere solo dopo averlo “visto” rimanere indifferente mentre osservava morire Oscar, un suo coetaneo, che aveva infilato il collo nelle corde di un’altalena.
Il caldo non è soltanto quello meteorologico, un fatto oggettivo registrato dai bagnanti. I campeggiatori sembrano essere qualcosa di estraneo, delle entità incomprensibili che esistono e si manifestano attorno a Leonard che si sente oppresso e immobilizzato da una condizione che amplifica i pensieri e il malessere del protagonista. Il punto di vista in prima persona con cui è stato scritto ci rende spettatori di una esistenza che si può affiancare a quelle descritte da Albert Camus e Jean Paul Sartre.
Quelli che ho appena citati, sono due nomi molto importanti da inserire in una recensione, ma non sono fuori luogo o troppo pesanti se confrontati a quanto Jestin è stato in grado di fare.
Si è detto un po’ di tutto a proposito della “utilità” del noir, ma Caldo! È una di quelle opere che chiacchiera poco e parla molto.
Inutile scrivere che è una lettura che consiglio.

Mirko Giacchetti

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