A notte fonda – Riley Sager



Riley Sager
A notte fonda
Time Crime
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“Un ragazzino in un pigro sabato mattina, nel bel mezzo di un’estate altrettanto pigra. Si chiama Ethan Marsh. Ha dieci anni. E questo è l’ultimo momento di spensieratezza che avrà per i prossimi trent’anni.”

No, non è l’inizio di un romanzo di Stephen King, ma se non si sapesse che l’autore di A notte fonda è un altro, questa potrebbe apparire come una delle tecniche che il Maestro Assoluto utilizza per incuriosire e catturare il lettore già dalle prime righe. In ogni caso, Riley Sager riesce altresì molto bene nel suo intento.

Anche l’atmosfera in cui il romanzo è immerso ricorda molto i libri di King, a partire dai luoghi. Questa storia si svolge a Hemlock Circle, un tranquillo quartiere del New Jersey in cui le case sono “progettate dallo stesso costruttore tutte insieme, con la facciata in mattoni, abbaini al primo piano e garage con posto auto doppio”. Il classico tranquillo quartiere americano in cui le famiglie si conoscono tutte e dove il vicinato si riunisce per le ricorrenze, magari grigliando bistecche negli ordinati giardinetti sul retro. Nelle vicinanze c’è un bosco in cui ai bambini è proibito addentrarsi e, più avanti, ci sono le cascate ed un lago. Al centro di essi si trova l’Istituto Hawthorne, un posto misterioso, una villa in pietra circondata da una serie di fienili ed altri edifici annessi. Un luogo estremamente riservato, passato inosservato per decenni perché nessuno sapeva bene quale fosse la sua funzione.

È il 16 luglio del 1994 e, come spesso accade durante le sere d’estate, Ethan Marsh ha dormito nella  tenda arancione da campeggio montata proprio nel suo giardino. Steso accanto a lui c’è Billy Barringer, il suo migliore amico. È strano Billy. Gli piace leggere ed è convinto dell’esistenza di entità sovrannaturali, insomma, crede nei fantasmi e non lo nasconde. Un’altra delle sue bizzarrie è lanciare di nascosto una palla da baseball nel giardino di Ethan per poi scappare di corsa in casa: quello è il suo segnale per invitare l’amico a giocare insieme.

“Sa di non essere come gli altri ragazzini della sua età, a volte, la cosa lo turba. A volte vorrebbe perfino poter essere diverso. Meno voli pindarici o slanci di immaginazione. Meno nerd, per usare un altro termine che gli viene affibbiato regolarmente, anche se Billy pensa che i nerd siano superintelligenti, cosa che lui non è.”

Quella mattina Ethan è ancora mezzo addormentato, ma quando inizia ad aprire pian piano gli occhi e a mettere a fuoco, si accorge che la lama di sole che sta penetrando da fuori proviene da un taglio netto nella tenda. Quando si sveglia del tutto e si volta per guardare Billy, si rende conto che il suo eccentrico amico non è accanto a lui. Il panico si impossessa immediatamente del bambino e, da quel momento, di Billy non si avrà più alcuna notizia e la sua scomparsa rimarrà un mistero irrisolto.

Segnato per sempre da quella brutale esperienza, Ethan Marsh il quale inizia così a raccontare in prima persona di come, dopo trent’anni, sia ritornato, controvoglia, a vivere ad Hemlock Circle, nella casa di quando aveva dieci anni. La sua esistenza non è più stata la stessa e, crescendo, si è portato dietro quel trauma che ne ha ostacolato il corso, compreso il suo matrimonio. Riley Sager, attraverso descrizioni molto particolareggiate ed emotive, ci presenta questo personaggio in modo completo e riesce a trasmetterci quel disagio e quell’ansia tipici dei protagonisti tormentati. 

Ethan nei pochi momenti in cui riesce a prendere sonno, è perseguitato da quello che lui chiama Il Sogno. Ogni notte rivive quella maledetta mattina di luglio del ‘94 e, nonostante capisca che è solo una manifestazione del senso di colpa per non aver potuto far nulla per Billy e per aver usato qualche parola di troppo, non riesce a darsi pace. 

A notte fonda entra nel vivo della storia quando, durante una delle sue prime notti insonni, l’uomo inizia a percepire degli strani segnali: le luci dei garage che si accendono all’improvviso, una pallina da baseball che compare magicamente nel suo giardino. Solo Ethan e Billy conoscevano il segnale… 

“Non c’è nessun altro. Ci siamo solo io, l’erba e la magnolia, insieme alla sua ombra lunare che dal prato si allunga fino ai miei piedi. Con lo sguardo la seguo fino alla casa, silenziosa e buia, che proietta la sua sagoma rettangolare sul cortile. E in quell’oscurità, appena visibile su un pezzo d’erba fino a pochi secondi prima sgombro, c’è un’altra pallina da baseball.”

L’angoscia, la curiosità e la voglia di scoprire cosa stia accadendo lievitano pagina dopo pagina, grazie al validissimo metodo narrativo di raccontare gli accadimenti di quel giorno del 1994 ora dopo ora, alternandoli a ciò che succede nel presente. In questo modo, l’autore introduce uno ad uno tutti i personaggi di questa storia, iniziando dai vecchi amici di Ethan, ognuno con qualcosa da dire e da nascondere. Li conosceremo nelle due fasi della vita, quando erano piccoli e trent’anni dopo, avendo così modo di poter raffrontare i profili caratteriali di tutti per tentare di individuare qualche indizio utile. E anche qui si sente profumo di King…

In questo libro il tema portante è di certo il legame affettivo. Che sia un rapporto di amicizia adolescenziale oppure una relazione familiare, l’argomento viene qui analizzato sotto diversi aspetti. Non è mai tutto rose e fiori e, soprattutto, le cose osservate con gli occhi di un bambino sono diverse da quelle viste da un adulto. I rapporti e le connessioni umane, a volte, sono quanto di più complicato possa esistere. L’autore ci invita anche a riflettere puntando l’attenzione su quelle persone che, non essendo uniformate alla massa, vengono giudicate diverse. Un argomento amaramente attuale. Vengono altresì approfonditi con molta cura gli aspetti psicologici di chi subisce un trauma come la perdita di un amico, di un figlio, di un fratello.

La trama di A notte fonda è studiata con precisione in ogni dettaglio, è coinvolgente e mantiene alta l’attenzione del lettore fino all’ultimo secondo. L’effetto suspense è ben costruito e permane per tutta la durata del romanzo, i colpi di scena non mancano, anzi, la fine di alcuni capitoli lascia talmente col fiato sospeso che il lettore è piacevolmente obbligato a proseguire, questa è una tecnica che vince sempre. Inoltre, il finale di questa storia rivela una verità spiazzante e totalmente inaspettata, impensabile.

Riley Sager, che sotto questo pseudonimo ha scritto altri libri molto avvincenti, come “La casa sulla scogliera” del 2024 sempre per la collana TimeCrime di Fanucci, col suo stile fluido e incalzante, è un vero e proprio maestro del thriller. I suoi romanzi si prestano molto bene alla trasposizione cinematografica e sarebbe davvero straordinario avere la possibilità di apprezzare A notte fonda anche sul grande schermo.

Erika Giliberto

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