Manca poco ormai: Il NebbiaGialla Suzzara Noir Festival sta tornando e MilanoNera proporrà ogni giorno recensioni e interviste agli ospiti della 13 edizione che si terrà a Suzzara (Mn) dal 1 al 3 febbraio 2019. Gli ospiti di questa tredicesima edizione saranno 30 di cui 6 stranieri. Tra loro il gradito ritorno di Romano De Marco nella doppia veste di ospite e relatore.
Riproponiamo l’intervista pubblicata in occasione dell’uscita di Se la notte ti cerca
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Se la notte ti cerca ha delle caratteristiche particolari è un thriller psicologico, con buona dose di azione, come L’uomo di casa, ha una protagonista, Laura Damiani, che abbiamo già imparato a conoscere nei tuoi libri della serie Nero a Milano, e come sfondo ecco Roma, come già in Ferro e fuoco. È un po’ come se avessi riunito in una sola storia degli elementi importanti del tuo passato letterario, sbaglio?
Non sbagli, ho questa abitudine di voler sempre tirare le fila delle cose scritte in passato, ripercorrere luoghi, ritrovare personaggi delle storie già narrate, magari in momenti diversi della loro vita. Come autore ho questa aspirazione di creare, nel mio piccolo, un universo narrativo, nella scia di quanto appreso dal mio compianto amico e maestro Sergio Altieri. È una forma di serialità diversa da quella che oggi va per la maggiore ma che, credo, abbia più possibilità di resistere al tempo e di non scoraggiare i lettori che, talvolta, faticano a confrontarsi con la lettura di romanzi appartenenti a serie già affermate e difficili da valutare singolarmente. Da lettore è accaduto anche a me, più volte, ad esempio con Jo Nesbo e Fred Vargas.
Hai scritto noir, thriller, poliziotteschi, erotici, decine di racconti. Quello che colpisce è la tua capacità di cambiare, la tua voglia di sperimentare e di cimentarti ogni volta con storie, personaggi e ambientazioni diverse. Come conservi l’entusiasmo? Temi la serialità o coltivi la diversità e la discontinuità come beni preziosi?
Per me l’importante è scrivere di qualcosa che mi appassioni. Una storia, un argomento, uno spunto intorno al quale costruire una narrazione. L’erotico è stata una divagazione divertente (i miei racconti per la collana Delos curata dall’amico Stefano Di Marino avevano un taglio molto ironico) che non rinnego e della quale, anzi, vado anche fiero. Variare ambientazione e tematica di fondo lo ritengo necessario sia per me che per i miei lettori. Voglio evitare, a tutti i costi, di scrivere cose troppo simili che possano creare assuefazione o, ancora peggio, noia. Milano è sempre il mio sfondo privilegiato, ma faccio di tutto per non cadere nella trappola di essere accomunato esclusivamente a romanzi ambientati in questa città. Come dici tu, la diversità, in questo caso è un bene prezioso che può assicurare l’entusiasmo sia nello scrivere che (spero) nel leggere.
Se la notte ti cerca è un libro che parla di solitudine, di malinconia, di treni persi. Nessun personaggio ne è immune.
È il libro della maturità?
Più che della maturità, forse, è il libro della disillusione, della consapevolezza. Anche se sono tematiche che avevo già trattato nei miei romanzi milanesi editi da Feltrinelli. Diciamo che stavolta tento di esplorare il punto di vista femminile di questa fase della vita. Come sempre, comunque, non rinuncio (anche facendo violenza a me stesso) a cercare degli spiragli di speranza in una visione esistenziale sostanzialmente pessimista. Non so se sia questa la maturità. Mi piace pensare che la maturità sia l’entusiasmo dei vent’anni nei confronti della vita e che, crescendo, diventiamo immaturi e per questo delusi.
Esistono solitudini create, al limite dell’autolesionismo e solitudini subite?
Guarda, premetto che non mi sento una autorità in materia, nel senso che nei miei libri parto da riflessioni personali e da quello che osservo intorno a me, nelle persone che incontro e che frequento. Effettivamente penso che la solitudine possa essere, in molti casi, una forma di autodifesa. Viviamo in un’epoca paradossale dove la comunicazione globale e l’annullamento delle distanze piuttosto che avvicinarci hanno creato delle barriere impenetrabili. Le solitudini subite, invece, sono quelle che scaturiscono dall’imbarbarimento culturale che ha creato modelli globali di riferimento, sia dal punto di vista estetico che comportamentale. Se non sei una persona di successo o se non sei una persona attraente, fatichi ad essere accettata.
Abbiamo il coraggio di farci le domande , quelle giuste? Ma soprattutto, sappiamo darci le risposte?
Ecco, ora mi sento come ospite da Marzullo! No, scherzo… Laura Damiani è una donna che si sente sola proprio perché non ha paura di porsi delle domande e darsi delle risposte. Il suo dubbio più forte è proprio questo: continuare a perseguire questa verità, questa sincerità feroce, nei confronti di se stessa o seguire, in un certo senso, la scia? Illudersi, raccontarsela, pur di non restare sola?
Ancora una volta dimostri di sapere leggere in modo profondo ma delicato l’animo femminile.
La verità è che, in fondo, non siamo così diversi?
Assolutamente sì. Rispetto ai temi fondamentali dell’esistenza, ciò che può differire sono solo le sfumature. In questo senso sono un assoluto sostenitore della parità uomo-donna (ma anche in molti altri sensi). Immedesimarsi in un personaggio femminile, comunque, è una operazione affascinante ma complessa che mi crea sempre molte paure. Per fortuna ho collaboratrici straordinarie che leggono le mie cose prima che vengano pubblicate e mi aiutano a smussare molti angoli. Cito la mia editor di PIEMME Francesca Lang, ma anche Chiara Beretta Mazzotta e Valeria D’Ambrosio.
La storia, coinvolgente ed emozionante, ha come fondamentale supporto una colonna sonora.
Come hai conosciuto Danny Losito, l’ispiratore del personaggio di Andy Lovato ?
Guarda, è una cosa nata quasi per gioco. Te la faccio breve… Sono da sempre un estimatore di un certo tipo di musica, quella nascosta fra le pieghe dei grandi successi degli anni ottanta e novanta. C’è un intero universo di musica (leggera, sì, ma di grande qualità) prodotta in quegli anni ma poco nota. Ho voluto raccontare una delle tante storie di musica, quella di Danny Losito, un cantante italiano che ritengo straordinariamente bravo e che nella sua quasi trentennale carriera ha affrontato alti e bassi da montagne russe. Quando ho avuto questa idea, di renderlo un personaggio del romanzo per raccontare la sua storia, l’ho semplicemente contattato sui social per chiedergli se fosse d’accordo. Lui ha accettato con entusiasmo e… Ora l’idea è diventata realtà. E avrò anche il piacere e l’onore di averlo ospite nelle prime tre presentazioni del tour. Interpreterà alcuni brani citati nel romanzo, accompagnato dalla talentuosa chitarra di Gianluca Mosole, un musicista noto e apprezzato in campo internazionale.
Alcuni personaggi del libro fanno di tutto per essere amati e accettati. Quanto è importante piacere? A questa domanda l’uomo Romano e lo scrittore De Marco danno due riposte diverse?
Scrittore è un parolone… Il “narratore” e la persona Romano De Marco sono inscindibili. La risposta unica è che, come dicevamo prima, l’era dei social, dell’individualismo malato, dell’apparenza, ha portato a una smania folle di voler piacere a tutti i costi, di voler essere notati, di “esserci”. Di accaparrarsi “like” ed emoticon per misurare la propria autostima e il proprio livello di appartenenza a questa pseudo comunità globale. Io ne sono consapevole ma tutt’altro che immune. Riconosco di non scadere in eccessi, ma sono sempre lì a guardare quante persone condividono i miei post. Ci scherzo sopra con amiche e amici che scrivono come me, ma sono molto preoccupato per chi non ha le basi culturali per fronteggiare questa deriva. Tanto per cominciare penso con apprensione al futuro dei miei figli.
Hai detto che in ogni romanzo è nascosta una verità: qual è la verità nascosta in Se la notte ti cerca?
Accidenti, che domanda! Te ne dico una senza pensarci troppo… L’amore non è eterno e spesso si rivela essere il più subdolo dei sentimenti. Cito lo straordinario titolo di una raccolta di racconti di Luca Ricci “L’amore e altre forme d’odio”.
A un certo punto Laura chiede a Andy: tu credi alla tua canzone “real love” ? Tu cosa risponderesti?
Diplomaticamente ti rispondo che ‘unico “real love” a cui credo è quello per i figli.
Nel libro dici, o fai dire, che la vita è un foglio bianco con un insieme di punti sparsi. Tu quanti pensi di averne uniti?
Io mi trovo nella situazione di averne uniti tanti ma di non avere nessuna idea di cosa rappresenti il disegno. Posso continuare a provarci, come fanno tutti….
Romano De Marco, scrittore. Come sei cambiato dal tuo esordio? Cosa invece non deve mai cambiare?
Non lo so cosa sia cambiato, vorrei fossero i lettori a dirlo. Io spero sia cambiata la scrittura, spero ci sia stato un seppur minimo miglioramento. Di certo è cambiata l’impostazione delle mie storie. Nascono sempre con l’intenzione di appassionare, divertire… Una narrativa di intrattenimento, insomma… ma a differenza dei miei esordi, oggi cerco sempre di inserire delle domande, dei temi più che altro esistenziali. Dare le risposte è più difficile… diciamo che ci provo, a modo mio.
Hai fatto due dediche importanti e sentite all’inizio del libro, vuoi parlarne?
Sono due persone scomparse entrambe nel 2017. Tiziana Badi (nota sui social come “Edwige Hermione”) era una mia lettrice, molto affezionata, sempre presente quando mi trovavo a Ferrara per il festival, le presentazioni o gli incontri con i gruppi di lettura. Conservo di lei il ricordo di una persona molto discreta, quasi timida, ma sempre sorridente ed entusiasta. Ho voluto dedicarle il romanzo perché la sua prematura scomparsa mi ha molto turbato e perché simboleggia, per me, la parte bella del rapporto con i lettori.
Sergio Altieri è stato un grandissimo maestro e un amico a cui devo molto. Era il direttore delle collane Mondadori da edicola quando esordii sul Giallo Mondadori nel 2009. Sergio è stato un autore molto apprezzato ma non quanto avrebbe meritato. È stato un vero e proprio maestro e una guida per una intera generazione di autori, della quale mi pregio di appartenere. Sempre generoso e sincero, apparentemente burbero ma, in realtà uomo dal grande cuore, ha lasciato in noi che gli abbiamo voluto bene, un vuoto incolmabile e non lo dimenticherò mai.
MilanoNera ringrazia Romano De Marco per la disponiblità e gli diamo appuntamento al Nebbiagialla – Suzzara (mn) 1/3 febbraio 2019
Qui la nostra recensione a Se la notte ti cerca