Milwakee, fine anni cinquanta. Sally ha dieci anni e deve prendersi cura della sorella Troo, perch� la madre sta morendo in ospedale, la sorella maggiore non si cura di loro e il patrigno � un alcolizzato che le riempie di botte. Ma grazie agli amici del quartiere, la vita non sarebbe poi cos� male, anche se Sally � ossessionata dal ricordo del padre adorato, morto in un incidente. Purtroppo un maniaco sta uccidendo proprio le bambine e Sally � convinta di sapere chi sia.
La storia avrebbe potuto essere raccontata diversamente, e in maniera forse pi� avvincente, invece l’autrice segue i tortuosi percorsi di una bambina di dieci anni, per la quale le cose non rivestono il medesimo ordine di importanza del lettore adulto. Cos� ci si lascia condurre per mano da Sally in questa estate confusa e piena di scoperte, nella quale la vicenda del maniaco rimane secondaria. Un’esplorazione nella psicologia infantile pi� che un thriller, che procede aggirandosi per pagine e pagine nella vita, forse simpatica ma poco interessante, di Sally e Troo, dei loro vicini, e della provincia americana degli anni cinquanta, come in un’edizione cartacea di “picnic” con william holden, vista con gli occhi di una bimba precoce e ferita dalla vita, ma pur sempre una bimba… Alla fine, chi sia l’assassino importa poco a Sally e pochissimo al lettore, che si � persino stancato di fare ipotesi.
Insomma, un libro pieno di buone intenzioni ma noiosetto e, sul finale, fin troppo artefatto… Sicuramente non un thriller, ecco.
Cantavamo nel buio
donatella capizzi