Solo Dio è innocente – Michele Navarra



Michele Navarra
Solo Dio è innocente
Fazi
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Nella Sardegna barbaricina, terra di aspra bellezza in cui la vita e i rapporti sono regolati da un antico codice di comportamento, fatto di violenza e sopraffazione, un ragazzino poco più che adolescente viene brutalmente ucciso sotto agli occhi del fratello. Da subito viene accusato Mario Serra, noto alle forze dell’ordine, appartenente a una famiglia da sempre in lotta con quella del ragazzo. Sembra una vendetta trasversale, l’ultimo episodio di una faida che ha già fatto versare parecchio sangue per le strade di Fonni.
Viene chiamato ad assumere la difesa l’avvocato Alessandro Gordiani che lascia il suo studio a Roma per andare a indagare nel Nuorese. Dapprima è dubbioso, la sua etica professionale gli impedisce di patrocinare un individuo che si è macchiato di un reato così brutale e insensato. Del resto i parenti dell’indagato non sono certamente esempi di specchiata onestà e tutto condurrebbe a percorrere la pista del regolamento di conti.
Gordiani, pur tra mille perplessità, si lancia in un’indagine complessa, in cui gli elementi indiziari non sono decisivi e i rilievi tecnico scientifiche tutt’altro che dirimenti.
I suoi scrupoli morali ne usciranno rinsaldati: nessuno è totalmente colpevole o innocente, tranne Dio “perché solo lui poteva dirsi senza peccato, solo lui poteva essere considerato innocente”.
La giustizia degli uomini darà dimostrazione di ciò, e del fatto che quest’ultima può solo condurre – nella migliore delle ipotesi – all’accertamento di una verità che è pur sempre relativa, parziale, declinata secondo le leggi vigenti.
La giustizia amministrata dai tribunali per Gordiani può essere solo perfettibile in quanto modellata su un coacervo di valori che esprimono i bisogni e i principi fondativi di una comunità in un dato momento della sua evoluzione culturale: non è – né può essere mai – assoluta.
Il personaggio di Gordiani è estremamente vivido, perso tra le sue elucubrazioni filosofico esistenziali che ne fanno una figura contemporanea e sofferta, ma anche romantica e quasi eroica. Con la sua profondità catalizza da subito l’attenzione del lettore e lo conduce per mano attraverso una vicenda amara e realistica, in cui nulla è come sembra.
L’ambientazione è molto evocativa, Roma lascia spazio alle alture del Gennargentu col suo habitat quasi primordiale e incontaminato, alle campagne del Nuorese, alla bellezza selvaggia di luoghi lontani dalla civiltà.

Il libro in una frase

“Questa era per Alessandro la grande differenza tra il concetto di legge e quello di giustizia, quella distanza a volte incolmabile che aveva spesso intossicato le sue vittorie professionali più belle: la strisciante e fastidiosa consapevolezza di sottofondo che applicare la legge in modo corretto non sempre portava necessariamente alla vittoria, o al trionfo della giustizia”

Sabrina Colombo

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