La profezia del povero Erasmo – Andrea Vitali



La profezia del povero Erasmo - Andrea Vitali
La profezia del povero Erasmo
Rizzoli
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Quando lo stimatissimo fruttivendolo Erasmo Siromalli, vedovo di saldi e devoti principi, abbandona questa valle di lacrime, gli abitanti di Bellano temono che il figlio Cletto, giovane gagà di bell’aspetto, non seguirà le orme paterne, né professionali, né personali. Infatti il fortuito incontro con la vezzosa Gioietta Vendoli, operaia con la testa piena di fantasticherie, confermerà i pessimistici presagi sul futuro del Cletto. I due ragazzi hanno un sogno che li lega e li motiva: la fuga da una vita mediocre, verso una libertà fatta di spensieratezza e benessere. Pure la scarsa tendenza al lavoro e alla responsabilità li unisce e tutto questo darà origine a una serie di vicende tragicomiche che condurranno a una inevitabile (e profetizzata) conclusione.

Andrea Vitali è un grande cantore della provincia italiana, sulla scia di Chiara, Guareschi, Soldati, Parise e soprattutto Arpino. La sua peculiarità, oltre a una lingua che fa l’occhiolino al Manzoni in versione anni Duemila, è l’acuta ironia con cui accompagna i suoi personaggi nelle varie peripezie che si trovano ad affrontare. Il diverso modo di fronteggiare i guai dell’esistenza mostra una molteplicità di caratteri che vanno a comporre, romanzo dopo romanzo, una sublime rappresentazione della commedia umana. Anche ne La profezia del povero Erasmo, ambientata nella Bellano degli anni trenta, la fuga verso una libertà impossibile da realizzare senza quei sacrifici che Cletto e Gioietta disprezzano dipinge uno spaccato di realtà quanto mai attuale e contemporanea. Al lettore pare di trovarsi in mezzo alle patetiche dispute familiari, dominate dalla meschina ambizione della virago Castica, e finisce, se non col parteggiare, almeno nel comprendere l’ansia di fuggire via da una prigione plebea impregnata di pregiudizi e ignoranza. 

Lo spunto per la vicenda è nato da una notiziola letta sulle pagine de La provincia di Como agli inizi degli anni trenta, riguardante una truffa, un’offerta di prestazioni intime uxorie e un giudice ilare. Da una trentina di righe è nata la perigliosa e fatale odissea di Cletto e Gioietta, che non sono riusciti a evitare la venefica malia delle Sirene. Quanti giovani, oggi più che mai, sognano un mondo di lusso e ricchezza alieno dal grigiore e dal vuoto in cui parcheggiano le loro giornate?

Un’ultima nota per il lettore di reminiscenze manzoniane. Oltre alla figura del buon prevosto don Abbondio e all’osteria della Malanotte, i nomi dei tanti personaggi che affollano le pagine contengono una spiritosa eco di quell’Anselmo Lunghigna e quel Beppe Suolavecchia che Perpetua vanta come presunti pretendenti, per colmare la vanità di una vita avara di sogni e di bellezza.

Donatella Brusati

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