Quello che Pietro scoperchia, ritornando al paese d’origine, Montisola o Monte Isola sul lago d’Iseo, è un vaso di Pandora che ha tenuto celati, per molti-troppi-anni, segreti, dolori, peccati, offese, ferite individuali e collettive.
Pietro si è allontanato dalla famiglia e dagli amici, in una fuga senza ritorno, alla ricerca di una fortuna che non gli ha mai arriso. Ritorna ora, dopo più di dieci anni, in aiuto del padre, Nevio, accusato dell’omicidio dell’ambiguo Emilio Ercoli. Nel piccolo paese tutti sanno tutto di tutti e la storica inimicizia tra i due non è un mistero per nessuno. Poche sera prima della scomparsa del ricco Emilio, sono in molti a testimoniare che tra i due c’è stato un diverbio al termine del quale si è giunti alle mani.
Certo, sembra inverosimile che l’anziano Nevio, ormai in là con gli anni, possa aver compiuto un omicidio così efferato, solo per una vecchia antipatia. E poi, a confondere ulteriormente le acque, sono i simboli lasciati sul corpo di Emilio, una X su cui Pietro cercherà di fare chiarezza. In realtà, quando Ercoli viene ritrovato in un capanno nascosto nel bosco, non è ancora morto e, agonizzante, con l’ultimo fiato rimasto, si lascia sfuggire dalle labbra una sola parola: «Luce».
Pietro, ritornando al paese, ritrova gli amici di un tempo: Cris e Betta. Con loro, dagli anni dell’infanzia, si era creato un legame stretto che solo la sua fuga aveva reciso. Sono troppi i silenzi e i non detti, le recriminazioni che Pietro ha lasciato dietro di sé. In particolare, Betta gli rinfaccia di non averla aiutata a fuggire da una situazione che la teneva prigioniera, di non averla portata con sé a Milano, dove avrebbe potuto trovare occasioni di riscatto e possibilità di realizzarsi, fuggendo da pregiudizi e situazioni penose e, soprattutto, pericolose.
L’attrazione tra i due è molto forte, oggi come allora, nonostante Betta abbia sposato Cris. Poco per volta Pietro ritrova l’atmosfera degli anni giovanili e accarezza l’idea di poter fare ritorno alle origini, ricucendo legami e riscostruendo un puzzle mai completato.
Anche con il padre, della cui innocenza Pietro non dubita, poco per volta si riannodano fili e riprendono consuetudini antiche, mai dimenticate. Per dimostrare la sua estraneità ai fatti, Pietro non esita a collaborare con Cris, che lavora nella Polizia Locale, per condurre una contro indagine, parallela a quella del Commissario Cortinovis. Quello che i due amici scoprono, li riporterà lontano nel tempo.
De Michelis riannoda i fili di una storia locale che si intreccia con quella nazionale, negli anni a cavallo tra la fine del regime nazi fascista e la Liberazione. Davanti a noi sfilano personaggi noti e meno noti, vicende conosciute e sconosciute: l’affondamento di un sottomarino oceanico incaricato di trasportare dei minisommergibili, il piano segreto per uno sbarco a New York, Junio Valerio Borghese e la X Mas, l’albergo Riviera e i suoi ospiti, la borsa nera e i traffici di Emilio e Nevio, la Resistenza, le persecuzioni razziali…su tutti incombe la presenza di Luce, di cui poco per volte siamo condotti a conoscere la vita e la morte. E, soprattutto: a scoprire i legami con Nevio, Ercoli, Adua, Borghese, l’albergo Riviera, l’ufficiale di collegamento tedesco Dierich Greim…
Il romanzo si accende e ci cattura poco per volta, con colpi di scena e assi nella manica ben calibrati e riusciti. Niente è come appare e fino alla fine siamo condotti in un gioco di inganni e disvelamenti che solo il finale chiarisce…ma non risolve completamente. Su tutto e tutti aleggia un sentore di inganno e disillusione.