La maschera dell’anima – Viviana Nobilini



Viviana Nobilini
La maschera dell’anima
Le Mezzelane
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Se siamo tentati di chiederci, iniziando la lettura o anche ben oltre la metà, cosa accade realmente, in Bulgaria e nelle Marche, e perché siamo portati attentamente per mano dentro La maschera dell’anima, non facciamolo. Non arriveremmo a nulla.

Se l’autrice ha deciso di accompagnarci, tenendo sempre saldo il filo che lega il lettore alla trama, è perché sa bene quello che fa! E senza questa accortezza potremmo cedere alla voglia di inventare noi le storie, trovare riscontri, anticipare finali. Non occorre.

I personaggi del romanzo sono i sentimenti; dare loro un nome serve a noi, ci facilita il compito di identificarli. E così troviamo l’amicizia, l’amore, l’odio, l’inganno e li chiamiamo Davide, Andreina, Claudio o Nina. Li conosciamo nelle loro emozioni più vive, nelle sfaccettature, come se fossero divisi in sezioni in un caleidoscopico puzzle di situazioni e di inquietanti accadimenti.

Gli elementi in gioco sono tanti, così da apparire essi stessi racconti isolati: una famiglia che vive un lutto, una coppia in crisi, l’amante, la disforia di genere, messe sataniche con resti di lupi, squartati. Desideri proibiti o impossibili, affidati a riti propiziatori.

Contesti temporali sfalsati, luoghi geografici distanti che tengono le storie separate, ma  noi lettori ben incollati alle rispettive trame.

Qual è il punto comune? Ce lo dice bene il titolo: la maschera. 

Ogni personaggio ne ha una, magari più di una. Se normalmente la maschera nasconde, questa contribuisce invece a svelare il lato falso di chi la indossa.

Ma lo sapremo solo alla fine quando tutte le storie, tutti i nomi, tutti i sentimenti troveranno la loro perfetta collocazione in un’unica storia.

Come in ogni buon thriller non manca il colpo di scena finale, quello che enfatizza ancora di più il titolo perché nulla è come appare.

Marinella Giuni

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