La chiamano la “blanca” per le sue spiagge di sabbia fine e impalpabile e per la “neve” chimica che si posa sui tavoli dei locali e nei bagni delle discoteche. Ibiza è un’icona di divertimento, sfacciato e alla portata di tutti. Rivolta ad un pubblico giovane è perfetta per gli adulti affetti da peterpanismo cronico. Sindrome che colpisce le due protagoniste, Ellen, una sempiterna adolescente in corsa verso i quaranta e Dorien, sua coetanea che rinuncia ad una vita programmata con il fidanzato ideale, per partire all’avventura. Due sono le settimane in cui si consuma la vicenda, anche se il thriller decolla dalle prime pagine con la sparizione della tormentata Ellen durante una festa in casa con punch speziati e polverine magiche. La scrittura è giocata sul doppio registro la cui voce narrante usata in prima persona è quella di Dorien, alla ricerca dell’amica dopo una notte di bagordi che le ha cancellato la memoria, mentre il “cattivo”è raccontato attraverso fotogrammi in terza persona. Ovviamente c’è una figura maschile, Nick, cinquantenne sensitivo che vede acqua (n.d.r. che, trattandosi di isola, non fa un plissè) nel presente della scomparsa ma che soprattutto sente, in un’estrema paraculaggine tipica del maschio alfa, una forte energia tra lui e la povera Dorien. Ovviamente, la strategia è volta a un fine: congiungersi carnalmente a lei. Perché il sodalizio di anime è fondamentale ma d’altronde tira più un pelo, che un carro di buoi. Fatto sta, che sull’onda di questo tormentone, nel gioco dei casi, i due cominciano un’indagine a bordo di una jeep lungo il crinale sterrato dell’isola. Sembra, infatti, che uno scoglio al largo meglio noto come “Es Vedra” sia fonte di energia malefica. Presente in ogni pagina l’euforia conseguente all’assunzione degli stupefacenti e a sbronze colossali che si traduce in nausea e down il giorno successivo. Nonostante la luce abbacinante che regna sull’isola, l’autrice veste di una patina di bruma ogni cosa nel rispetto della tradizione del genere. Lei, Saskia Noort olandese classe 1967, è stata consacrata la nuova reginetta del giallo nordico in termini di vendite. Il ribaltamento della prospettiva classica che identifica Ibiza con una culla della leggerezza è una delle note a favore di questo romanzo da ombrellone. Non richiede memoria (i personaggi principali sono pochissimi), ed è di lettura immediata. La vera sorpresa la riserva il finale: un happy end sulla falsariga di un chick lit. Per cui la domanda è: siamo sicuri che la bella olandesina voglia proseguire nel genere noir? Secondo noi potrebbe riciclarsi con successo in una saga da 50 sfumature di rosa.
La Febbre
bea buozzi