La catastrofica visita allo zoo – Joël Dicker



Joël Dicker
La catastrofica visita allo zoo
La nave di teseo
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Chi si aspetta il solito Joel Dicker capace di portare il lettore a spasso per centinaia di pagine costruendo trame fittissime e personaggi enigmatici resterà irrimediabilmente spiazzato. “La catastrofica visita allo zoo”, edito da La Nave di Teseo, rappresenta un grande cambiamento nella produzione di Dicker che abbandona il filone della letteratura gialla per scrivere sostanzialmente un’avventura per bambini in cui il giallo è piuttosto tenue e in cui, per ovvie ragioni, manca il morto.

Un libro che racconta un paio di settimane di vita di un gruppo di bambini speciali alle prese con l’allagamento della propria scuola: un incidente che se da un lato potrebbe anche rappresentare un problema di ordinaria amministrazione idraulica, per loro comporta una vera e propria rivoluzione, il passaggio in un’altra scuola e il confronto con gli altri bambini in un contesto non troppo protetto con tutto quello che ne consegue, raccontato con un linguaggio divertente e ironico che non può non strappare un sorriso durante la lettura.

Decisi più che mai a riprendersi la propria scuola, i bambini guidati all’intraprendente Josephine ricostruiscono passo dopo passo quanto accaduto nei giorni precedenti smascherando al tempo stesso debolezze e incoerenze del mondo adulto mettendo i grandi davanti alle proprie responsabilità con disarmante onestà intellettuale.

Un romanzo decisamente particolare: una storia con i bambini come protagonisti ma scritta anche e soprattutto per gli adulti. Un’indagine che si porta in dote inevitabilmente anche una serie di riflessioni su temi non banali come l’inclusione e il bullismo, sempre più al centro della quotidianità dei giovanissimi e di conseguenza delle loro famiglie.

Ma la scuola? Il responsabile sarà inesorabilmente scoperto? Nelle pagine de “La catastrofica visita allo zoo” ci sono proprio tutte le risposte. Chi è stato? Come? Perché? Perché alla fine, spesso, sono le cose più banali ad essere il motore di gesti apparentemente inspiegabili.

Dicker ha saputo stupire anche questa volta: nell’epilogo, che nulla ha a che vedere con l’impianto del romanzo, la spiegazione dell’autore ginevrino sulla scelta di scrivere un testo simile è decisamente sincera. Un libro scritto per essere letto dagli adulti e dai bambini, per essere letto insieme, condiviso e commentato. Per certi versi, l’auspicio affinché la lettura possa tornare ad essere un esercizio di gruppo.

Daniele Bonetti

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