Londra (ancora!) 1819. Tom Shield, reduce da Waterloo affetto da shock da granata ante litteram, viene assunto come insegnante di greco e latino in una scuola privata. La sua vita si incrocer� con quella del piccolo Charlie Frant, del suo spietato padre e della bellissima madre, per amore della quale Tom si far� coinvolgere in una spirale di vicende sempre pi� drammatiche. Catalizzatore involontario di tutto sar� l’amico undicenne di Charlie, il “ragazzo americano”, Edgar Allan Poe. Ennesimo romanzo dedicato allo sventurato autore de “il Corvo”, il libro per� ha una marcia in pi� rispetto ai predecessori, grazie ad un’ambientazione accurata e ad una trama ben articolata, che lascia il giovane Edgar in una posizione defilata, rinunciando a farne il pretesto per indulgere in goticismi inutili. L’autore, che sembra piuttosto ispirarsi a Jane Austen e a Fielding, evoca con precisione la societ� dell’Inghilterra georgiana, per poi costruire attorno al suo romantico protagonista in un un clima alla Daphne du Maurier precipitandolo – come un omologo maschile della seconda signora de Winter – in una vicenda che non riesce a comprendere fino in fondo.
Purtroppo per� l’autore ha troppe ambizioni o forse non sa individuare con precisione i destinatari del proprio libro. Cos�, anche se l’intreccio non delude, la trama � appesantita da superflui sentimentalismi e dettagliate ricostruzioni di vicende politiche ed economiche, che rendono meno scorrevole la lettura ed annacquano la tensione, con effetti deleteri sul mystery vero e proprio. Oltretutto, difficilmente il lettore che sospira per gli sdilinquimenti amorosi del protagonista sar� capace di appassionarsi alle complesse malversazioni nella gestione delle banche o degli appalti militari, e viceversa. Fatte tutte queste riserve tuttavia, “il ragazzo americano” si legge volentieri, anche se piacer� pi� ai cultori del romanzo storico che non agli appassionati del giallo.