Film drammatico ambientato nel mondo del pugilato, poco esplorato dal cinema italiano (Pugili di Lino Capolicchio, 1995, è uno dei rari esempi) è stato presentato in prima mondiale in concorso al Festival di Locarno.
Ispirato a fatti reali, narra il declino e la rovina di un giovane pugile italiano, Mike Lo Russo (Michele Venitucci) il quale, avviato a una brillante carriera, dopo aver perso un combattimento ad Amburgo viene scaricato dal suo manager che non gli rinnova il contratto. Costretto a lasciare la Germania, torna a Trieste dove vive la sorella Anna (Maya Sansa), operaia in una pescheria, la quale l’aveva sempre aiutato economicamente nella carriera, per ricordo del padre pugile, arrivando a indebitarsi.
Mike vorrebbe lasciare il pugilato ma la sorella profondamente delusa lo costringe a continuare e si improvvisa sua manager. Non riuscendo a ritornare ai livelli precedenti, Mike accetta di prendere parte a combattimenti clandestini in Croazia. I combattimenti sono senza regole, di inaudita ferocia all’interno di gabbie e vengono scommesse forti somme di denaro. Ferito al volto gravemente durante un combattimento, Mike viene ricucito con un collante da un pugile croato che lo nasconde a casa sua.
Disgustato, decide di smettere e colpisce al volto con un pugno la sorella che cerca di dissuaderlo. Accetta però di partecipare a un ultimo combattimento in Svizzera per trentamila euro, all’interno di una piscina vuota.
Bel film, ben diretto e accompagnato da una colonna sonora incalzante che sottolinea gli stati d’animo e le situazioni, è valso il pardo d’oro ex-aequo con Michel Piccoli per la migliore interpretazione maschile a Michele Venitucci.
Regista e co-sceneggiatore, il luganese Fulvio Bernasconi ha dichiarato di aver elaborato l’idea di questo film dopo essere venuto a conoscenza dei combattimenti clandestini di boxe all’interno delle piscine vuote, che si svolgono in varie parti della Svizzera, in particolare nella zona di Zurigo.