La premessa a una storia in cui il narratore non comparir mai quanto di pi franco e astuto dia forma a un prologo teatrale seguto, come per diretta processione dai drammi classici, da quadri di monologo o dialogo breve tra tre personaggi-icone: il Presidente, la Principessa e il Poeta.
Non dura a lungo lenigma sulla loro identit, si dichiarano per voce di un contabile senza volto da subito inghiottito nel fluire dallaldil delle tre figure accomunate da delitti barbari e misteri irrisolti.
Archetipi contemporanei che, come ammesso nella dedica posta a conclusione dallautore, sembrano ripetersi allinfinito al solo scopo di incarnare ossessioni.
La prima evidenza per il tramite del Presidente rapito e ucciso da una congrega di barbuti che cambiano continuamente nome, certo la solitudine posteriore alla cronaca come allo sforzo autorale di avvalersi del documentato per sposare la tecnica tipicamente postmoderna di riscriverne le pagine.
Banda non lesina particolari sulle pratiche di camuffamento, n sulle versioni di un sequestro restituito alla memoria italiana dalla sola e inappellabile violenza di un corpo ripiegato in un baule. Non salta la descrizione dei sogni fino allistante in cui i colpi di mitraglietta vanificano lurgenza di una libera camminata nel vento.
E se sul replicarsi smisurato del medesimo stallo epocale si concentra un primo dialoghetto tra il Presidente e il Poeta, la parola pi frivola solo in apparenza data alla Principessa e alla schiavit di un matrimonio minato da sotterfugi e tradimenti.
Sregolato dalle uscite inopportune del Principe gaffeur immerso in letture vuote fino allabbandono di un ritratto pop per una morte non incidentale. Sullo stesso terreno, ma ben pi dilatato compare il Poeta in uno sfogo liberatorio e triviale che, tracciando coerentemente con i due che lo precedono una frequenza stilistica fatta di un eccesso di periodi e carico lessicale – l dove sembra indispensabile evincere il livello dotto dellautore – finisce per enfatizzare lesito in bestialit contrapposte a preziosismi.
Se dunque di flusso di coscienza e margine aperto del romanzo che si tratta, tuttavia, sembra poco restituire una maschera semi incosciente al terrorismo fiero o enumerare dettagliatamente gli amanti di una Principessa che non sar mai nobile. Ed altrettanto debole la versione di quei ragazzi di vita coinvolti nella punizione senza sconti di un Poeta qui avvezzo soltanto alladorazione fallica. Resiste cos purtroppo limpressione offensiva di decidere per lautocondanna di questultimo scopertosi giudice delle proprie banalit rifinite, l dove invece resistono citazioni che oltrepassano la mediocrit: “La morte non nel non poter comunicare, ma nel non poter pi essere compresi”. Ecco che allora lappuntamento con il niente dei tre protagonisti incorporei rischia di recidere il volto sia alla loro permanenza storica, che a una scommessa letteraria in potenza vibrante, ma pi prossima alla leggerezza.