Lui è dannatamente bello. Moro, sorridente, selvaggio: quel tipo di fascino che parrebbe uscire dal Jhonny Depp dei tempi d’oro, con quel pizzico di ombrosità che fa di un uomo il perfetto maschia alfa, irresistibile sin dal primo incontro. L’uomo che non deve chiedere mai, e a cui infatti non ci si riesce proprio a sottrarre.
Ma l’ombra, nel caso di James Carson, non è solo il lato oscuro che ognuno di noi sa tenere a bada. Piuttosto, un insaziabile impulso a colpire lasciato a briglie sciolte, per diventare furia dilagante, atta a travolgere senza via di scampo le sue vittime.
L’iter criminale è sempre lo stesso: finto profilo “esca” su un sito social di incontri (Matchstrike), giro base di chat per sedurre la prescelta, flirt calendarizzato col copia e incolla degli sms meglio sortiti. Poi, quando la preda è cucinata a puntino, scatta l’incontro. Solitamente a uno dei pub dove le ragazze lavorano come cameriere o si trovano a studiare nel dopo scuola, a rotazione, calcolando distanze e rischi vari di esposizione.
“Se il tuo appuntamento sta andando male, chiedi di Andrea al bar” dice un cartello nel bagno del Gracie’s Pot. Appena il tempo di leggerlo: tuttavia la malcapitata esclude che la sua situazione possa degenerare, ignorando che il cocktail che la aspetta al tavolo ha appena subito l’aggiunta anomala di una piccola variante d’autore. La pillola bianca di GHB, poco prima nascosta nella scatoletta dei tic-tac, è già diventata un puntino bianco nel suo bicchiere: ancora un sorso, e lei sarà spacciata.
Si sviluppa così la storia parallela dei tre fantasmi di Meghan, Brescia e Sky, che hanno lasciato il corpo brutalmente assassinato dal mostro di James per seguirlo come ombre al fine di scoprire la verità.
Esattamente come nel film Ghost, ma senza il fenomeno dell’Ibbur. Le tre anime incastrate in questa dimensione cercano in parallelo, ciascuna con un proprio iter, di ricomporre il filo di cosa le abbia spezzate. Arriveranno così a seguire le tracce del loro assassino fino a doppiare le indagini dei detective che si occupano del loro caso che le porteranno a incontrarsi, in un succedersi mozzafiato di sviluppi e colpi di scena.
A metà tra il thriller e la ghost story, Chiedi di Andrea è sicuramente una lettura piacevole che scorre veloce, che ha il merito di affrontare un tema drammaticamente reale: il pericolo a cui ci si espone sui social, nella chat di incontro, e ancor più l’uso illecito sempre più dilagante delle droghe da stupro da parte di individui senza scrupoli.
Consigliato soprattutto, per il tipo di stile e di tematiche, a un pubblico di lettrici femminili, ancor più se giovane, targhet in cui, in effetti, ha già spopolato nel mercato anglosassone.