Trovarsi a leggere un altro giallo di Roberto Landini fa quasi l’effetto di rivedere un vecchio amico Abbiamo già avuto modo di conoscere Astore Rossi, restauratore di mobili, personaggio interessante , colto, con un incondizionato amore per i libri e per il suo lavoro ma con la deprecabile tendenza a ritrovarsi in situazioni ingarbugliare e rischiose…
Rossi, uomo schivo, afflitto da un difficile nome affibbiatogli in onore del condottiero Astore Baglioni, da un padre medico e grande lettore di romanzi epici, avvelenato da scomodi ricordi del passato, dopo essere stato incastrato come pusher da ricchi compagni di scuola e finito in galera da innocente, ha lasciato gli studi, ha trovato un posto presso un bravo artigiano. Incontro felice perché semiadottato dal suo mentore, che gli ha istillato la passione per il restauro dei mobili antichi e si è ritirato per andarsi a godere una meritata pensione, ha continuato in proprio, coltivando soltanto i rapporti legati al suo lavoro. Il suo difficile passato però lo condiziona ancora oggi, soprattutto psicologicamente, facendolo restare alla larga dalle forze dell’ordine e portandolo a voler risolvere in prima persona i misteri in cui si imbatte.
Ragion per cui da quando gestisce la sua bottega, coltiva solo rapporti legati al lavoro, insomma si è rifatto una specie di vita di quasi solitudine, mandando avanti l’attività con l’aiuto, si fa per dire di Oscar. Strano personaggio, vittima di una semiautistica condizione che lo rendeva quasi incapace di parlare ma fedele amico diventato ormai ineccepibile artigiano, suo braccio destro. Lui Oscar lo scombinato giovanotto che Astore, novello San Francesco, ha accolto nella bottega di via San Giorgio stipata di mobili, ma con annesso appartamentino al primo piano.
Una tana da artigiano, insomma un suo microscopico universo personale, dove lavora circondato dal rumore degli attrezzi, dalle scatole dei colori e dai profumi del legno e delle vernici, ormai l’unico occhio di bottega di una viuzza di Reggio Emilia, grassa città emiliana, famosa per la gastronomia, bagnata dalla nebbia della pianura.
Ma da diverse settimane Astore è rimasto solo perché Oscar, è ricoverato in una clinica per una forma di leucemia linfatica, piuttosto preoccupante. Ha affrontato una durissima chemioterapia con coraggio e i medici si dicono abbastanza ottimisti ma il timore di Astore è che il trauma di tanti giorni paura e di sradicamento dalla sua vita quotidiana lo facciano nuovamente scivolare nell’ autistico baratro della chiusura emotiva.
E oggi siamo arrivati al terzo capitolo della saga Astore Rossi. Il nostro, che ha persino allargato la capienza della sua attività prendendo in affitto un ampio locale, ex doppio garage, sito di fianco alla bottega, per servirsene come magazzino con l’aiuto di un operaio marocchino e dell’amico e fornitore Sergio Condurra, sta scaricando dei mobili da un furgone. La strada è stretta, l’operazione complicata ma finalmente va in porto. Come al solito anche questa nuova avventura che vede protagonista Astore Rossi si trasformerà nell’esempio lampante, diciamo, del suo svagato buon cuore. Ancora una volta infatti, non avendo chiara visione di quello che lo aspetta, si troverà impelagato in situazioni troppo più grandi di lui… Eh sì perché l’amico Sergio Condurra oltre ai mobili da rimettere in sesto, che vorrebbero un certo impegno per essere sistemati e forse non garantirebbero un gran guadagno, ha pronto per lui un’altra mela avvelenata… mela che impensierisce e parecchio il nostro protagonista. Condurra infatti gli comunica che è costretto a sparire per qualche tempo, forse andrà all’estero, ma gli affida la custodia della figlioletta, Isabella, rimasta orfana e rifiutata dagli zii.
Astore è spiazzato dalla richiesta, ma decide di aiutare l’amico. Accoglie la bambina e comincia a organizzarsi in qualche modo. E la faccenda non è tanto semplice perché deve anche pianificare il ritorno di Oscar che indebolito e fragile sta per essere finalmente dimesso dall’ospedale. E, come se non bastasse, deve togliersi i dubbi sui mobili scaricati in garage. Da dove vengono? C’è qualcosa di poco chiaro dietro questa storia? Per di più, in uno scompartimento nascosto di uno dei cassettoni trova delle monete antiche, qualche anello e una lista di nomi…. ai quali sono segnate delle funeree croci nere.
Cosa vogliono dire? Cosa ha combinato Sergio per dover sparire ? E chi sono le persone su quella lista?
Da questo momento la trama sceglie di imboccare diversi sentieri. Il nostro restauratore decide di cambiare aria, portando con sé Isabella e Oscar. Affitta a poco prezzo uno chalet, tira giù la saracinesca delle bottega, ci attacca un cartello con scritto chiuso per ferie, e si trasferisce per una settimana proprio nello sperduto paesino appenninico di Garbano, dove si troverà invischiato in una fitta rete di segreti, e raggiri mischiati a una fumettistica giustizia alla Diabolik, che metteranno persino a rischio la sua vita.
Tutto sembra gravitare attorno alla misteriosa lista di nomi che, Astore scoprirà appartengono ad abitanti di Garbano ormai deceduti. Abitanti, su cui così pare, gravava un’oscura fatale maledizione… Ma Rossi deve anche ritrovare almeno le tracce di Sergio Candurra per proteggere sé stesso, Isabella e Oscar da qualcuno che sembra minacciarli.
Il suo obiettivo sarà soprattutto scoprire il bandolo che collega i due misteri, in un scombinato ma pericoloso gioco in cui nulla è come sembra.
Un giallo insomma ambientato in un paesino sugli Appennini. Cambiare palcoscenico fa bene al nostro amico restauratore, lo costringe a riflettere sul passato, magari a metterci finalmente una pezza e a immaginare quanto potrebbe cambiare la sua esistenza se avesse qualcuno a cui tornare. Qualcuno, come Isabella, la deliziosa bambina a cui non si può non affezionarsi, Oscar che sa sempre farsi apprezzare, oppure magari la deliziosamente interessante e sexy Anthea, che saprà offrire indimenticabili colpi di scena
Segreti che uccidono – Riccardo Landini
Patrizia Debicke