Terra bruciata è un giallo storico pubblicato dallo scrittore spagnolo César Pérez Gellida nel 2014, giunto in Italia nel febbraio 2025 mediante la casa editrice Ponte alle Grazie, con traduzione di Thais Siciliano. Un romanzo che in Spagna ha scalato le classifiche di vendita e tramite il quale l’autore si è aggiudicato il prestigioso premio Nadal 2024.
César Pérez Gellida è apprezzato nel panorama del poliziesco spagnolo per il contesto storico che riesce a riprodurre con estrema cura, nonché il crudo realismo costellato di rigore criminologico.
E proprio questa storia, ambientata nel 1917 in Estremadura (la parte sud-occidentale della Spagna), ne è un esempio. Un luogo ideale dove nutrire atmosfere ostili, quale volto di una Spagna rurale in cui era difficile sopravvivere. Un Paese “graziato” dal primo conflitto mondiale, ma in procinto di attraversare una pandemia e guerre civili intestine devastanti.
A voler adottare il paragone con la nuda terra, l’autore prepara il terreno per una storia dura e difficile, dove si raccoglie esattamente ciò che si semina. Siamo dalle parti di Zafra e un incendio distrugge l’immensa tenuta di Monterosso, la cui proprietaria Antonia, soprannominata la Vedova, ha sempre lottato contro crudeli carestie. Un fuoco assassino che oltre alle sue fatiche sembra avere inghiottito anche la donna stessa, che scompare senza lasciare traccia
A indagare sull’accaduto è un tenente della Guardia Civile, Martín Gallardo, insieme al suo sottoposto Darìo Pacheco. E proprio Gallardo, tra i tanti personaggi che affollano le pagine, si ritaglia un posto d’onore nell’immaginario collettivo, in quanto veterano di guerre lontane (Cuba e Filippine), da cui è tornato schiavo dell’oppio. Un soggetto dalle tante sfaccettature, prigioniero della sua fragilità e imperfezione, che abbatte la barriera del tempo e dello spazio per risultare vero.
L’unico testimone che può chiarire la sorte della Vedova è il fattore della tenuta Jacinto Padilla, che ben presto finisce col diventare il solo sospettato. Cinque giorni prima, infatti, la Vedova lo aveva denunciato, ma lui, arrestato alla stazione di Zafra con una borsa piena di denaro e gioielli, sostiene di aver appiccato l’incendio su ordine della stessa Antonia. Dato che quest’ultima aveva progettato di iniziare una nuova vita insieme, lontano da tutto. Il racconto di Padilla procede per nulla esente da rocambolesche peripezie, svelando un intreccio di eventi macabri. Ci si trova davanti a un caso complicato, ricco di colpi di scena. Nonché orrori che verranno svelati a profusione, tipo “vaso di Pandora” di una situazione pronta a deflagrare e che nessuno avrebbe mai sospettato.
Come molti altri, Gallardo ha sentito parlare della misteriosa Vedova, accusandone il fascino, però neanche immagina che dalla tortuosa situazione non uscirà indenne.
Si cerca un serial killer, quindi, a tutti gli effetti? E Antonia Monterosso, la sensuale Vedova, che fine ha fatto?
Senza svelare troppo, illuminante diventa la nota dell’autore alla fine del romanzo.
Il personaggio della Vedova è ispirato da una storia vera, basti sapere questo.
L’approfondimento è riservato ai lettori, così come il consiglio di lettura.
Al di là di quanto detto fin qui, chi scrive è convinta che il punto di forza di César Pérez Gellida sia una scrittura di tipo cinematografico. Sembra di guardare un film!
Non si fatica a seguire situazioni né a immaginare luoghi. Tutto è estremamente vivido, esente da orpelli o inutili giri di parole. D’altra parte, la realtà ha la caratteristica di essere molto più lineare rispetto a macchinose invenzioni. Cruda, ma immediata. Un elemento da non sottovalutare.