Chi sono i camorristi? E come si sono organizzati attraverso i vari periodi della storia d’Italia? Quella raccontata dal prof. Francesco Barbagallo, ordinario di Storia contemporanea all’ Università di Napoli Federico II, è una storia che non smette di essere scritta e che anzi allunga le sue propaggini entrando nelle amministrazioni pubbliche o nei consigli di amministrazione di società che gestiscono appalti e ricostruzioni di ogni tipo. Dal terremoto dell’Irpinia fino ai giorni nostri, la camorra si arricchisce grazie alle emergenze e anzi diventa ‘o sistema per poter lavorare nel Mezzogiorno.
Parliamo di camorristi che da aristocrazia della plebe in epoca borbonica finiranno per ritrovarsi garanti dell’ordine pubblico nel periodo dell’Unità d’Italia, anzi addirittura assoldati dai Savoia per la conquista del Sud. La storia raccontata da Barbagallo è costellata di guerre tra clan rivali per la conquista del potere ma a segnare una svolta nella criminalità campana sarà la nascita della Nuova Camorra ad opera di Raffaele Cutolo nei primi anni 70. Egli rilancerà l’organizzazione attraverso una potente struttura territoriale e aggiungerà anche un pizzico di leggenda e di folklore alle origini dei camorristi, dopo di lui si succederanno i vari clan dei Bardellino, Alfieri, e i Nuvoletta e inizieranno nuove lotte per la supremazia. Siamo negli anni 80 e gli affari si fanno con le imprese di calcestruzzo e gli appalti per l’edilizia poi si passerà al narcotraffico e sul finire del decennio spunta l’affare dei rifiuti.
I più aggiornati e globalizzati camorristi-imprenditori campani scoprono che la “monnezza” è oro, in questo caso l’urgenza è caratterizzata dalle imprese del Centro-Nord che devono abbattere i costi dei rifiuti tossici per riuscire ad essere competitive. L’affare sarà gestito dai casalesi, prima Francesco Bidognetti e poi gli Schiavone, Michele Zagaria e Antonio Iovine. La Campania, in un ventennio, si trasformerà nell’immondezzaio d’Italia sotto il silenzio di tutte le forze politiche e nel libro di Barbagallo spuntano anche pesanti accuse provenienti da collaboratori di giustizia verso numerose figure che hanno affiancato l’affare rifiuti e agevolato la formazione delle “ecomafie”, tra i tanti compare anche il sottosegretario Cosentino indagato per aver avuto rapporti con i casalesi e dimessosi di recente dai suoi incarichi politici.
I nodi tra politica e camorra sono tutti da sciogliere nonostante le numerose indagini in corso, intanto però la camorra può contare su un esercito di 6000 affiliati e solo nel 2008 l’utile è stato di quasi 13 miliardi di euro, a conferma di questi dati ci sono i beni sequestrati che raggiungono i 3 miliardi di euro. Queste cifre stilate dalla Commissione parlamentare Antimafia e dall’Eurispes, alla luce di questo periodo di crisi economica rendono in modo chiaro la portata del fenomeno che stiamo vivendo: una società guidata da un’economia criminale che da sola riesce ad eleggere i propri candidati, a creare società occulte, ed a infiltrarsi nel mercato attraverso una competizione sleale.
Lo studioso Manuel Castells lo aveva capito già da tempo: “Il punto non è stabilire se le nostre società saranno in grado di eliminare le reti criminali, ma capire se le reti criminali finiranno o meno per controllare una parte sostanziale della nostra economia, delle nostre istituzioni e della nostra vita quotidiana.”