“Credere a sei cose impossibili, e per di più crederci prima di colazione”. Quel geniaccio del reverendo Charles Lutwidge Dodgson, in arte Lewis Carroll, era egli stesso qualcosa di incredibile. Infatti, leggendo le sue storie si fatica a convincersi che una mente umana abbia potuto contenere tanta genialità .
Carlo Lucarelli, senza dubbio il più immaginifico degli autori italiani e anche di molti stranieri, con questo suo ultimo lavoro ne ha dato la prova.
Tante vicende non comuni, difficili da credere realmente accadute, mentre forse (il forse è d’obbligo) lo sono, tessute con il filo della memoria come una bellissima coperta patchwork. Si, un patchwork letterario in cui ogni inserto sbalordisce, commuove, attrae e soprattutto spinge a passare a quello successivo.
Giusto per dare un’idea, si va dalla testa del gatto dal pelo candido che volteggia sopra la neve, però senza il sorriso del gatto del Cheshire, al giapponese sopravvissuto a entrambe le bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki. Poi, c’è la storia del ciclista che gareggia per la maglia nera e riesce a perdere anche quella. E la partita di calcio giocata a Kiev sotto l’occupazione nazista da una squadra di campioni ucraini contro militari tedeschi, fra cui ci sono uomini delle SS. Una partita con la morte.
E che dire di Antonio Meucci, il vero inventore del telefono? Era il bisnonno dell’autore e questo spiega molte cose perché se i geni non sono acqua, metafora per metafora la genialità è come minimo Dom Perignon!
Un libro davvero delizioso, non solo per le storie incredibili che anche Jorge Luis Borges avrebbe mandato giù volentieri prima di colazione, ma per la narrazione in puro “lucarelli style”, cioè ironico, gentile, elegante.
Da leggere e rileggere per vincere il grigiore quotidiano, per farsi passare la malinconia, per volare un momento sopra il piattume dell’ovvio e del banale.
L’incredibile prima di colazione -Carlo Lucarelli
Adele Marini