Scindere la stima personale per un Autore dalla bellezza della sua penna è sempre compito complesso.
Eh si, perché il lungo corso narrativo delle pagine del già Questore di Foggia è indicativo di una strada narrativa in fieri, ma che nasconde dietro l’angolo ancora tanto da percorrere.
Dopotutto l’Autore è penna prolifica e ogni sua pubblicazione è un inaspettato turning point, fatto di sorprese sia stilistiche, sia più squisitamente autoriali.
Silvis ci ha preso per mano e ci ha condotto tra gruppi di illegali, catapultandoci poi in pieno conflitto mondiale dipingendo la sua storia di una figlia, riportandoci poi tra i vicoli di una Roma bagnata da una pioggia fitta e sporca.
Da un libro all’altro, da un romanzo all’altro, Silvis stupisce nella sua eterogeneità narrativa, un vero e proprio caleidoscopio multiforme di soggetti e trame che, anche questo volta, svoltano e ci conducono verso un nuovo altrove narrativo all’ombra del Passetto.
Ed è proprio l’attualità del soggetto quel che da subito ci conduce in un mondo di straordinaria contemporaneità , un attualissimo be here now tra le strade di Ancona, porto di mare e porto di persone in arrivo, in partenza, in fuga.
Il problema era che di donne che le somigliavano ce n’erano parecchie, perché nell’Italia centrale le brune abbondavano. È da questa riflessione che possiamo trovare il paradigma della sparizione della moglie di Pepe Ruggieri, abile criminologo che si spende in un centro antiviolenza e che vede inaspettatamente sconvolta la propria quotidianità .
Da questo punto di vista lo sfondo della città di Ancona è strategico come raramente una città sa fare: dalla luce dei locali del centro al profumo del vento marino di Portonovo, attraverso la inespressiva opacità di persone, frequentazioni e personaggi dai volti doppi e dalle vite multiformi.
Multiforme come l’abilità narrativa di un Autore che ogni volta ci spiazza con soggetti e trame sempre nuove, mai fossilizzandosi su cliché e topoi modaioli, per accontentare il lettore.
Società Editrice Milanese impreziosisce il tutto con una copertina evocativa, alla quale mancherebbe solo un sottofondo musicale.
E la Echoes dei Pink Floyd diviene il naturale accompagnamento di queste nuove pagine di Piernicola.