Pochi anni dopo i combattimenti nelle trincee delle Fiandre durante la Prima Guerra Mondiale, il tenente Eric Peterkin, tornato in Inghilterra, è diventato, per diritto ereditario, membro del Britannia, il più prestigioso club di Londra riservato ai veterani di guerra.
Da tempo si è abituato a convivere con l’handicap di essere un sangue misto, per metà inglese e per metà cinese, nell’Inghilterra di quegli anni. Sua madre, infatti, la bellissima moglie del famoso colonnello Peterkin, uno dei fondatori del Britannia, era un’aristocratica asiatica, e Eric ha ereditato da lei alcuni inconfondibili tratti somatici. Sua sorella, invece, assomiglia al padre ed è addirittura più alta di lui: può tranquillamente passare per un’inglese purosangue. Tuttavia, i suoi occhi allungati e i lineamenti orientali non hanno impedito a Eric Peterkin di distinguersi valorosamente in battaglia, guadagnandosi il rispetto degli uomini ai suoi ordini e una promozione sul campo. Ciò nonostante, al suo rientro in patria, non ha ottenuto alcun impiego statale. Congedato, lavora come lettore per una casa editrice, specializzata soprattutto in romanzi gialli. Ma non avrà molto tempo per leggere l’ultimo manoscritto assegnatogli…
La storia inizia nel 1924, quando Eric Peterkin varca la soglia del suo esclusivo club londinese in James Street, che ormai considera quasi una seconda casa. A Londra dispone solo di un minuscolo appartamento, mentre la residenza di famiglia si trova in campagna; per questo motivo utilizza il Britannia come il proprio salotto e vi consuma abitualmente tutti i pasti, inclusa la colazione.
Mentre il mondo esterno, apparentemente desideroso di lasciarsi il passato alle spalle, cambia in molti modi — dai costumi sociali all’architettura — il club rimane un’oasi immutabile, con le sue rigide regole e la sua atmosfera accogliente e d’altri tempi. Tuttavia, la sua rilassante routine sta per essere sconvolta: Peterkin verrà coinvolto come arbitro in una scommessa tra Mortimer Wolfe ed Edward Aldershott. Wolfe sostiene di essere in grado di sottrarre di nascosto dal caveau del club il contenuto della cassetta di sicurezza di Albert Benson, un nuovo membro appena ammesso.
Per garantire l’imparzialità , Benson mostra a Peterkin — nella sua veste di giudice della sfida — il contenuto della cassetta: una fotografia di una donna, un kit ipodermico, delle forbici chirurgiche e la vecchia cartella clinica di un certo Horatio Parker. Spiega inoltre di sperare che quegli oggetti possano aiutarlo a riparare un torto del passato. Ma non avrà mai occasione di fornire maggiori dettagli: la mattina seguente, quando i partecipanti alla scommessa si riuniscono per verificare il successo di Wolfe, trovano Benson morto all’interno della cassaforte. Il nuovo socio è stato pugnalato al collo e il resto del contenuto della cassetta è scomparso.
A quel punto, Peterkin, consapevole che la scommessa tra gentiluomini si è trasformata in un caso di omicidio, ricorda le ultime parole della vittima. Parole che lo inducono a sospettare che l’assassino sia uno degli altri membri del club… ma chi? Il brillante capitano Mortimer Wolfe? L’ex decifratore di codici, il sottotenente Oliver Saxon — in realtà lord Saxon, figlio di un conte, sebbene non utilizzi il proprio titolo? O forse il gelido capitano Edward Aldershott, presidente del club? O qualcun altro ancora?
Wolfe sembra il colpevole ideale, ma potrebbe anche essere un capro espiatorio troppo ovvio. Il mistero si infittisce ulteriormente quando Peterkin scopre che l’ispettore incaricato dell’indagine è proprio l’Horatio Parker citato nella cartella clinica scomparsa. A quel punto, Peterkin sa di dover scoprire quale fosse il vecchio torto che Benson voleva riparare: potrebbe essere la chiave per smascherare l’assassino. Durante le sue ricerche, realizza che forse l’omicidio di Benson è solo la copertura di un altro crimine.
Ma ostinarsi a condurre un’indagine parallela a quella della polizia non sarà affatto semplice. Non solo perché molti degli ufficiali membri del club hanno segreti da nascondere, ma anche perché il fatto di essere per metà cinese lo costringe a scontrarsi con la diffidenza della gente, rendendogli più difficile ottenere risposte.
Si delinea così una trama complessa, che, dopo aver presentato un omicidio nel presente, costringe Peterkin a collegarlo a un caso irrisolto di molti anni prima. Un vecchio mistero che potrebbe coinvolgere alcuni dei sospettati e persino provocare nuove vittime. L’assassino, infatti, sembra sempre un passo avanti a lui e ha già nel mirino altri membri del circolo, oltre allo stesso Parker, l’investigatore ufficiale incaricato da Scotland Yard.
Ciò nonostante, Eric Peterkin non si arrende. Oltrepassando i fastosi ambienti del Britannia, mentre la maschera di rispettabilità di alcuni ufficiali e gentiluomini inizia a sgretolarsi, si ritrova a esplorare i vizi e i segreti del passato.
Una storia avvincente, impreziosita da un velo di sottile umorismo e da personaggi perfettamente caratterizzati, che si muovono e reagiscono in modo coerente con le usanze dell’epoca. L’ambientazione, che richiama il genere di Sherlock Holmes, è arricchita da dettagli minuziosi e da descrizioni vivide, in cui l’omicidio, pur avendo origine nelle conseguenze di un terribile conflitto mondiale, diventa il cuore pulsante della narrazione.
Un delitto, però, commesso al di fuori del contesto bellico: un classico romanzo giallo, in cui la morte non è una tragica fatalità come in guerra, ma un enigma da risolvere, un puzzle da ricomporre pezzo dopo pezzo.