È il 57 d.C. quarto anno di regno dell’Imperatore Nerone, il tribuno Catone ed il suo centurione anziano Macrone, veterani delle legioni imperiali, sono appena rientrati a Roma dopo essere rimasti per qualche anno al confine orientale dell’impero costretti ad affrontare e controllare le varie campagne di contenimento delle tribù dei Parti, in perenne conflitto tra loro.
Inseriti come Guardia scelta Pretoriana nell’esercito romano al comando del generale Corbulone e da lui preposti a una difficile missione diplomatica che si è rivelata un’imboscata, sono miracolosamente riusciti a sventare il fatale tradimento di una serpe in seno ma solo a un prezzo altissimo. Anche la coorte della Guardia al comando di Catone infatti ha subito gravi perdite.
Richiamato con i suoi uomini a Roma per offrire la sua versione degli avvenimenti, Catone scoprirà presto, e a sue spese, che il ritorno a casa sarà peggiore di quanto potesse immaginare. I suoi dubbi e timori sulla reazione a palazzo sono fondati. Nelle alte sfere infatti c’è stato un cambio della guardia, e forse sarebbe meglio dire una quasi rivoluzione. Pallante, alla sua partenza per l’oriente, capo consigliere dell’imperatore e da lui ereditato da Claudio suo predecessore, accusato di cospirazione e di aver tentato di rovesciare Nerone è stato esautorato e messo sotto processo. Per essere sostituito da Burro alla testa dell’esercito e da Seneca nelle grazie dell’imperatore.
Un cambio della guardia che non gioverà a Catone. La sua reputazione e il suo futuro sono a rischio. Convocato infatti al suo arrivo a Roma, a causa del mezzo fallimento della campagna di Corbulone, riceve a corte un’accoglienza ostile da Burro, nominato Prefetto della Guardia pretoriana. E per conseguenza, in attesa della conclusione delle indagini sul suo operato in Armenia, verrà degradato dal titolo di tribuno ed esautorato dal comando della coorte. Comando che, in attesa di altra nomina, verrà assegnato a Macrone.
Macrone, ormai cinquantenne, ha invece deciso di congedarsi, mettersi in pensione e recarsi in Britannia con l’amata moglie Petronilla, ex schiava e tata di Lucio, il figlioletto orfano di Catone, per gestire con lei la locanda che sua madre sta portando avanti da alcuni anni a Londinium.
Il comando della Guardia Pretoriana passerà in fretta a un qualunque figlio di papà , un protetto di Burro, nominato ipso facto tribuno. Dopo pochi giorni Catone viene convocato alla presenza dell’imperatore, che nonostante gli abbia salvato la vita due volte e l’abbia sempre servito con fedeltà , gli conferma la perdita del grado e del comando della coorte. Appoggia la decisione di Burro come monito a coloro che lo deludono, ma per fortuna non peggiora la sentenza, annullando un possibile processo .
Anzi il senatore Seneca, ex tutore e precettore di Nerone e oggi il suo più ascoltato consigliere, offrirà a Catone, ormai isolato e non più ben accetto nella capitale, un’occasione per riabilitarsi. E cioè gli affida il compito di assumere il comando come prefetto della guarnigione in Sardegna. Un difficile compito, vista la pessima gestione del governatore Scurra, che comporterà anche il dover mettere fine alle continue ribellioni delle tribù.
Catone dovrebbe partire prima possibile e fare anche da scorta a Claudia Atte, la bella e bionda amante imperiale che, per l’aperta condanna dei senatori, Nerone è costretto a ripudiare e spedire in esilio in Sardegna, dove le ha regalato vasti possedimenti. Catone che non è uomo da vivacchiare con le mani in mano a Roma, sia pure nella sua bella villa sul Viminale, accetta ma ottiene la concessione di portare con sé cinque validi uomini di scorta. Un piccolo gruppo, formato dai migliori rappresentanti della sua ex coorte pretoriana che si sono subito offerti volontari: i centurioni Plancino, Porcino e Metello e gli opti Pelio e Cornelio, subito promossi anche loro centurioni. A loro si aggiungerà senza riserve anche Apollonio l’ enigmatico ex spia e assistente di Catone in Armenia, ma non Macrone. Per i due compagni di tante battaglie è venuto il momento di separarsi. Catone vuole che il suo vecchio maestro e amico Macrone possa partire per la Britannia a godersi i suoi meritati risparmi e il frutto del congedo dal servizio militare che comprende anche l’assegnazione di un vasto terreno fuori dalle porte di Camulodunum.
Con il suo seguito e la bella amante imperiale, arrivato a Calares a sud della Sardegna Catone, ma costretto a rinunciare ad attraccare per la grave pestilenza in atto in città , prosegue e va a sbarcare presso Tibula, all’estremo nord dell’isola. Qui fa accompagnare Claudia Atte in una villa di sua proprietà vicino a Tharros e si presenta al governatore. Ma la situazione va al di là di ogni peggiore previsione e Catone si renderà subito conto di dover fare i conti con tre drammatiche problematiche : l’’autorità militare romana ormai ridotta al lumicino, una mortale e incontrollabile epidemia (che assomiglia abbastanza al colera) ha aggredito il Sud della provincia e la contemporanea dilagante insidiosa insurrezione dei nativi isolani rischia di far precipitare la Sardegna nel caos. Abituato a battersi con l’impossibile, il prefetto Catone assume lo stesso il comando militare dell’isola e , grazie al supporto dei suoi centurioni, comincia a riorganizzare le coorti in loco che ha trovato in pessimo stato e a ranghi incompleti, reclutando nuove braccia. Quindi ordina ad Apollonio di creare un servizio di informazioni in grado di muoversi e spiare anche i nativi per poter pianificare future azioni dimostrative. Bisogna muoversi in fretta e contrattaccare, restando lucidi e pronti a battersi su tutti i fronti. Mente l’epidemia avanza pericolosamente verso nord mietendo vittime anche tra i suoi ranghi, di pari passo con la rivolta delle tribù locali, il prefetto Catone cadrà vittima di una pericolosa e ricambiata attrazione per la bella e volitiva Claudia Atte.
Ma non si può abbassare la guardia e bisogna sempre guardarsi alle spalle.
Trama densa di avventure, con una colta ricostruzione storica ambientale perfettamente calibrata come Scarrow sa fare bene e che ci lascia con il gusto dell’attesa . Alla prossima puntata dunque.
Impero senza confini infatti è il seguito di Il traditore di Roma e il diciannovesimo romanzo della fortunata serie Eagles of the Empire Series che vede come protagonisti Macrone e Catone.
Simon Scarrow grande e straordinario romanziere storico. Un grande per il raffinato modo in cui sempre costruisce e fa muovere i suoi personaggi, straordinario perché ha saputo cogliere e raccontare il fascino di tanti importanti momenti storici che coprono quasi due millenni. E soprattutto ha scritto e continua a scrivere di quei momenti in particolare, in cui il corso degli eventi ha determinato per sempre il futuro.
Impero senza confini -Simon Scarrow
Patrizia Debicke