Il quarto requisito – Stefano Soli



Stefano Soli
Il quarto requisito
SEM
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Anna è una studentessa ventenne di architettura. Nata e vissuta nell’isola d’Elba si è trasferita a Trieste per gli studi universitari assaporando l’aria particolare di quella che fu una delle principali capitali mitteleuropee. Vive in un piccolo appartamento per studenti assieme a Elena e Rosa e ha una relazione con Gloria, una trentenne dal passato burrascoso che la coinvolge in azioni illegali e pericolose. Le due ragazze adescano uomini ricchi nei locali e poi li derubano, lasciandoli letteralmente in mutande in mezzo alla strada. Tutto sembra filare liscio fino a quando tentano una rapina nell’appartamento di un’anziana. Gloria somministra alla donna un sonnifero ma la dose è letale. Le ragazze scappano, ma qualcuno ha visto quel che è accaduto. Marcella era alla finestra, suo unico collegamento con il mondo esterno. Vive nel tormento di un marito violento, che non le lascia via di scampo. Assistere all’omicidio le farà ordire un piano diabolico per liberarsi del marito e Anna e Gloria ne saranno le protagoniste…

Secondo Vitruvio tre sono i requisiti che un buon architetto deve seguire nel realizzare la sua opera: utilitas, firmitas e venustas. A questi Aldo Rossi ne aggiunge un quarto: la sorte. Anna ha fatto sue le regole auree imparate durante le lezioni universitarie e le ha applicate alla sua vita intera. E la fortuna, evocata da Rossi, è un qualcosa “da piegare, adattare e modellare intorno alle proprie esigenze e aspettative per fare in modo che sia il più possibile aderente agli standard desiderati. Ove necessario con interventi artificiali, mirati a scongiurare interferenze, a neutralizzare ingerenze non gradite.” Vediamo così progredire la sua educazione criminale e il suo personaggio evolversi prendendo coscienza del proprio potere legato alla capacità seduttiva e all’astuzia diabolica. All’inizio è succube di Gloria e delle sue trovate per spillare soldi a uomini ricchi e affamati di sesso, poi diventa via via sempre più indipendente fino a desiderare una vita autonoma e un radioso destino e a portare avanti il suo piano per realizzarli a qualunque costo. Tra menzogne, ricatti, violenza Anna mette a punto uno schema solido e funzionante. Tutto gira intorno a lei e al suo irrefrenabile desiderio di ascesa, nulla e nessuno può frapporsi tra lei e un futuro meraviglioso, neppure Gloria. Perché l’amore, secondo Anna, “è solo per se stessi” e quando Gloria diventa ingombrante e assillante si trasforma in un ostacolo che va semplicemente rimosso.

L’ambizione che muove Anna la porta a considerare l’altro solo come un mezzo e a trattarlo in base alla sua utilità. Marcella, Gloria, Elena, Rosa, Tullio, i genitori sono solo comparse che servono a soddisfare i suoi bisogni del momento. Per nessuno di loro prova un reale sentimento, prigioniera del suo abnorme ego.

Un thriller crudo che non lascia spazio a un lieto fine catartico.

Cristina Bruno

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