Grazie alla casa editrice 21lettere, è possibile apprezzare in lingua italiana un hard boiled che ha segnato la storia della Los Angeles nera del secondo dopoguerra. Il diavolo in blu è considerato il poliziesco capolavoro di Walter Mosley, da cui è tratto il film omonimo con protagonista Denzel Washington.
Classe 1952, Walter Mosley è figlio di un nero della Louisiana e di un’ebrea, la cui famiglia era emigrata in Polonia. Il quartiere in cui è cresciuto, Watts, a sud di Los Angeles, nell’estete del 1965 è stato teatro di una delle rivolte razziali più grandi della storia americana. Rivolte violente che hanno forgiato la sua conoscenza di una filosofia formatasi interamente per la strada, tramandando una sorta di memoria orale della cultura afroamericana.
Al centro del romanzo c’è la figura del nero Ezechiel Rawlins, detto Easy, che però in questo primo episodio non è ancora diventato un investigatore privato. Egli è soltanto un reduce di guerra, che di atrocità ne ha viste tante. E che dal Texas è giunto a Los Angeles in cerca di fortuna.
La motivazione che lo spingerà ad accettare un lavoro, non solo poco onesto ma anche pericoloso, è la necessità di racimolare del denaro per pagare le rate della sua casa. Si farà così coinvolgere da un bianco di nome DeWitt Albright, che si darebbe arie da ex avvocato, mentre invece si comporta in zona come un vero e proprio gangster. Costui gli chiede di trovare una donna, che frequenta i locali jazz della città. “Delia o Dahlia o qualcosa del genere. So che comincia con la D. Di sicuro ha i capelli biondi e gli occhi azzurri e mi dicono che vale la pena guardarla.”
È lei quel “diavolo” a cui allude il titolo, che, nello splendore di un tubino blu, non lascerà lo sventurato Easy indifferente al suo fascino. Ma è anche vero che santi, in questo libro, non ce ne sono. Si cercasse per l’eternità.
L’indagine risulta da subito rocambolesca: una pioggia di cadaveri. Come mai il nome di Daphne Monet, enigmatica fanciulla in fuga, innesca una serie di uccisioni, neanche fosse il gioco del domino? Più di qualcuno teme le domande di Easy. Chi è invischiato realmente nella vicenda?
In questa lettura niente è come sembra, bisogna prenderne atto. La violenza e il turpiloquio dominano sovrani, perché un hard boiled che si rispetti deve ruotare attorno all’immagine del poliziotto che appare come un duro; colui che non si limita a risolvere casi, ma rimane coinvolto in scontri violenti.
Insomma, qui sono tutti “brutti, sporchi e cattivi”, però la naturalezza dei dialoghi fa sì che il lettore venga trascinato nel gorgo della suspense e ne rimanga imbrigliato.
A venire in soccorso al protagonista ci penserà un vecchio amico, detto Mouse, anche se costui ormai è diventato un killer spietato. Non si può mai star tranquilli!
Cresciuto misurandosi da sempre con l’odio dei bianchi, la vera forza di Easy sarà la sua coscienza. Una voce che gli parla, nei momenti più duri. Che si limita a guardare i fatti, nonostante la paura, e a dirgli quel che deve fare. Una strategia vincente, che nella confusione generale sa mettere un punto e più di qualcuno di noi dovrebbe adottare.