Il cacciatore – Tana French



Tana French
Il cacciatore
Einaudi
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Il cacciatore, l’ultimo libro di Tana French, ci ripropone i personaggi che abbiamo conosciuto in Il segugio: l’ex poliziotto di Chicago Cal Hooper, stabilitosi nel piccolo borgo di Ardnakelty in cerca di pace, la giovanissima e inquieta Trey, Lena dai troppi ricordi e gli abitanti del villaggio. Ad essi, in questo romanzo, si aggiunge un nuovo personaggio, Johnny Reddy, il padre di Trey, tornato da Londra dopo essere scomparso per quattro anni, che costruirà, per gli abitanti di Ardnakelty, un’illusione tanto affascinante quanto malefica: la possibilità di diventare ricchi. Come tutte le illusioni, anche questa è destinata a infrangersi, dopo aver causato danni e un omicidio.

Tana French è una scrittrice a tutto tondo, in grado di superare i confini e i cliché del genere e lo dimostra, per l’ennesima volta, in questo romanzo, che è più di un giallo psicologico e più di un noir. Cantrice dell’Irlanda, sia quella urbana che quella più profondamente rurale, la French costruisce un romanzo corale, in cui poco importa chi sia l’assassino o quali siano i moventi, perché il focus della storia è negli abitanti di Ardnakelty, protagonisti inclusi. 

Attraverso le dinamiche delle loro relazioni, emergono l’angoscia per un impoverimento economico e una marginalizzazione che aumentano di giorno in giorno e l’incredulità di fronte a un cambiamento climatico razionalmente negato ma inconsciamente acclarato e terrorizzante. Si crea così il terreno fertile per il dilagare dell’ignoranza, del pregiudizio, della malizia, che contagiano tutti, ad eccezione di Cal, lo straniero, e di Lena, l’estranea che aveva lasciato il paese ed è tornata dopo tanti anni. 

Il contrasto tra chi sa quanto diverso e molteplice sia il mondo e chi non è mai uscito dal villaggio e si ritiene custode di un immobilismo arcaico rappresenta il fulcro intorno a cui ruota la vicenda. Londra, così lontana, così ricca eppure così straniera e così pericolosa, è il simbolo dell’ambiguità dei desideri degli abitanti.

 L’abilità della French consiste nello smuovere le emozioni del lettore, nel renderlo partecipe dei sentimenti e delle passioni che animano i personaggi, nello schierarsi a favore dell’uno e contro l’altro. Ben delineato è il personaggio di Johnny, bello e scapestrato, abituato a scherzare con la vita e a manipolare gli altri, per nascondere a se stesso la propria vigliaccheria e il proprio fallimento. A lui si contrappone la figlia Trey, che, dietro la durezza e l’oppositività caratteristici dell’adolescenza, cela la disperazione di chi, intelligente e sensibile, è prigioniero nelle carceri dell’ignoranza e dell’ottusità.

Donatella Brusati

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