Il bambino che disegnava le anime è il primo romanzo di Tommaso Pagano, sostituto procuratore a Siracusa ed è un romanzo forte, un giallo classico, da un certo punto di vista, con il morto ammazzato e le indagini di polizia, ma anche un romanzo di introspezione nella vita e nei caratteri dei personaggi e un affresco di una Siracusa lontana dalle rotte turistiche.
La vicenda non è semplice, un importante manager di una multinazionale dello smaltimento rifiuti viene trovato ucciso con un colpo di pistola e dell’indagine viene incaricato il commissario Grillo, un ‘signore’ d’altri tempi, educato, misurato e a prima vista anche un po’ sprovveduto tanto da chiedere l’aiuto all’ex-collega Zeno Schirripa, che ha lasciato la polizia alcuni anni prima per vivere di agricoltura biologica e di supplenze presso un liceo privato. Quest’ultimo accetta di collaborare con Grillo ma più per ritrovare Giovanni, un suo allievo scomparso negli stessi giorni dell’omicidio che per dare una mano con le indagini.
Pagano esamina in profondità il personaggio di Schirripa, professore sui generis, mezzo alcolizzato, collerico e sopra le righe, ma in definitiva piegato dalla vita e dalle sue illusioni.
Grillo è il personaggio positivo, colui che alla fine risolverà il caso e sarà il vincitore almeno morale della faccenda che lascia comunque un certo senso di sconfitta e di amarezza.
Il romanzo è profondamente realistico e, come tutti i gialli ambientati in Sicilia, porta con sé una buona dose di malinconia.
Il bambino che disegnava le anime – Tommaso Pagano
Rita Garzetti