Dal giallo alla tv: Margherita Oggero e Valerio Varesi

Quali disavventure deve fronteggiare un povero scrittore quando le sue opere vengono acquistate e trasposte in fiction o film? Margherita Oggero e Valerio Varesi, ospiti dell’ultimo appuntamento del NebbiaGialla, le hanno elencate nel corso di una divertentissima chiacchierata, che senza nascondere la soddisfazione degli autori ha però sottolineato i limiti di queste operazioni.

La prima a parlare è stata Margherita Oggero, che ha raccontato della sua esperienza con Se devo essere sincera, il film con Luciana Littizzetto tratto dal romanzo La collega tatuata: “Il film è abbastanza fedele, almeno per quanto riguarda i temi di fondo, cioè lo studio dei rapporti coniugali e del mondo della scuola. Anche la Litizzetto è stata abbastanza fedele, anche se solo a metà, perché incarna solo una parte della protagonista, quella più carogna. Ma il finale è stato cambiato e l’assassino è un altro!”. Varesi ha poi rincarato la dose: “Gli sceneggiatori guadagnano più degli autori, ma spesso non sono in grado di svolgere un lavoro serio: sulla sceneggiatura tratta da uno dei miei libri ho letto: “Nel paesaggio piatto e monotono delle Langhe”, ma questi non hanno neanche letto la guida della pro loco! In un altro punto si parla di “zingari che rubano l’argento”, quando tutti sanno che per gli zingari l’argento porta sfortuna, non si sognerebbero mai di rubarlo. Insomma, scrivono cose che nessun autore si permetterebbe mai, assurde”.

A detta della Oggero c’è un altro aspetto inquietante: i personaggi femminili positivi in tv devono essere rassicuranti e non possono dire parolacce fino alle 22,30, così il personaggio di Camilla Baudino, la professoressa protagonista della serie, nella sua veste televisiva è assai meno spigolosa di quanto non sia nella versione cartacea. Ma questa è solo una delle frequenti intrusioni censorie condotte dalle case di produzione. Ha raccontato ancora la Oggero: “In uno dei miei libri compare una ragazza per che ribellarsi alla famiglia fa la commessa in un sex shop, be’, questo non poteva passare, allora pensano di farle aprire un ristorante. Non mi sembra molto trasgressivo, però… Alla fine, visto che la storia non reggeva, la fanno diventare orfana!”.

Nel fuoco di fila di battute dei due autori ha trovato spazio anche qualche riflessione sul ruolo della letteratura gialla contemporanea, soprattutto per voce di Varesi: “Non è più una lettura da treno, quella che si buttava quando si scendeva perché non era interessante conservare i libri, oggi spesso indaga le motivazioni profonde, l’aberrazione sociale che fa scattare il delitto, è il nuovo romanzo sociale”.

 

Sarah Sajetti

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