Mitch Corley si trova in mezzo a due fuochi: da una parte c’è Red, conosciuta in un villaggio, determinata e tenace, consapevole della moralità degradante in cui convive; dall’altra c’è Teddy, la moglie pesante e insistente di Mitch, di cui, quest’ultimo, non è nemmeno a conoscenza del suo stato attuale: è viva? È morta? Dispersa? Non lo sa, ma di certo saperlo non cambierebbe le sue piene giornate immerso nel suo Texas, tra dadi e giri interminabili di denaro. Si ritroverà stretto come in una morsa tra il bisogno di tenere buona Teddy e mettere alla prova lo stato interiore di Red che non è al corrente del fatto che Mitch è già sposato, per non parlare delle difficoltà dovute ai suoi ricchi e potenti compagni di gioco. Jim Thompson si rivela rude ma obiettivo, tra violenza gratuita, dubbia moralità, dadi e cospicuità sregolata.
La cosa che apprezzo molto dell’autore è il suo modo di descrivere e narrare con l’uso di un vocabolario efficace e che riesce a rendere l’idea di una scena rude, grezza, violenta. Thompson non si è risparmiato. Le descrizioni sono molto dinamiche e rendono il testo fluido e scorrevole. Thompson era in grado di scavare nel profondo delle menti ed analizzare le sfaccettature della società. Questa sua virtù ha reso le sue opere uniche. Molto apprezzabile l’iniziativa della HarperCollins di ripubblicare uno tra i più grandi maestri del noir, un grande sceneggiatore, un autore che purtroppo è stato poco apprezzato in vita ed è morto in miseria ma che, grazie a queste nuove edizioni, anche i lettori più giovani possono scoprire uno dei padri del genere. Leggendo Thompson, abbiamo l’opportunità di osservare il cambiamento della critica nei suoi confronti in relazione ai tempi che corrono.
Alla larga dal Texas – Jim Thompson
Marcello Sorrentino