Nel solco tracciato da Angelo Petrella, la brillante casa editrice padovana Meridiano Zero propone, nell’ambito della collana Meridiano Nero, un nuovo autore partenopeo under 40.
Carrino, informatico che si divide professionalmente tra Roma e Milano, segna il suo esordio letterario con questo racconto nerissimo ambientato all’ombra del Vesuvio.
La vicenda, cruda e spietata sia nel linguaggio che nei contenuti, vede protagonisti due giovani camorristi, Giovanni e Salvatore.
Il primo è il figlio di Don Antonio, boss del clan Acqua Storta, coniugato, tramite un matrimonio combinato, teso a suggellare la pax con la famiglia Simonetti, con Mariasole, colta discendente della associazione medesima.
Salvatore è un affiliato del clan Acqua Storta; bassa manovalanza criminale.
Tra i due nasce una passione, erotica e sentimentale, che sconvolge le loro esistenze e deve essere fermata, costi quel che costi, perché il loro amore è inaccettabile, come “una bestemmia sull’altare di Santa Chiara”.
La vicenda si svolge come un flash back vertiginoso, violentissimo e disperato, verso un finale la cui inevitabilità disturba il lettore quasi quanto il contesto, squallido e impietoso, che l’autore tratteggia. Nulla ci viene risparmiato con dovizia di particolari: dagli stupri omosessuali nel carcere minorile, alle prestazioni e agli omicidi di femminielli che avevano visto troppo.
Un ottimo racconto di esordio che lascia ben sperare su nuove produzioni future, magari più corpose, che siamo certi Carrino saprà proporre.