Una settimana dopo l’uscita nelle librerie de “E’ solo l’inizio, Commissario Soneri”, il 16 novembre Valerio Varesi ha cominciato dalla Feltrinelli di Bologna il ciclo di presentazioni della nona avventura del poliziotto parmigiano, interpretato da Luca Barbareschi nella fiction televisiva “Nebbie e delitti”.
Edito da Frassinelli, il romanzo è un autentico spaccato della realtà odierna in perenne conflitto tra presente e passato, tra genitori e figli, tra ideali sessantottini, fallimenti e disincanto. Il ritmo della narrazione indugia sui particolari descrittivi del paesaggio, come se Varesi dipingesse con l’intensità degli impressionisti francesi dell’Ottocento. I due filoni di indagine intorno ai quali si muove Soneri in questo poliziesco, spingono il lettore ad addentrarsi non solo in due diverse scene del delitto (uno in verità è un presunto suicidio), ma a seguire il protagonista nelle sue investigazioni che spaziano tra l’uggiosa e nebbiosa pianura parmense e l’assolata costa ligure delle Cinque Terre a strapiombo sul mare. Seguendo Soneri, animato perennemente da un fiuto incrollabile e dalla sua proverbiale passione per la cucina tipica emiliana, il lettore viene stuzzicato a compiere riflessioni sui personaggi che popolano le intricate vicende della storia, sempre in bilico tra lotte politiche del passato e abbandono degli ideali. Angela, compagna di Soneri, suo alter ego, ha la capacità di “guardare il mondo attraverso il gioco di specchi dell’immaginazione” e per questo anche lei ama il buio e la notte perché “solo in quelle condizioni potevano far vivere se stessi in una dimensione sopportabile” (pag. 209). Nel romanzo Angela, assurge al ruolo di co-protagonista inducendo Soneri ad argute meditazioni sul rapporto di coppia e sui conflitti generazionali. La suspance si infittisce come la nebbia che avvolge Parma, località in cui il Commissario vive e lavora e in un vorticoso incalzare di colpi di scena solo l’ultima pagina scioglie tutti i sospetti. “Il più simenoniano dei giallisti italiani”, come è stato definito Varesi, reduce dalla vincita del prestigioso premio “Serravalle Noir 2010” in questo avvincente romanzo celebra il trionfo dello slow-food e in particolare degli anolini: “Ogni volta che il commissario ne metteva in bocca uno sentiva la pasta leggermente dura aprirsi e liberare quella miscela di sapori che aveva imparato a conoscere fin da bambino e che rappresentava una delle poche continuità della sua vita” (pag. 248). Tra un’indagine ed un viaggio lungo la dorsale appenninica anche i paesaggi diventano protagonisti. “Uscì nella nebbia che galleggiava sui tetti dei borghi e sprofondava negli slarghi e nelle piazze seminando galaverna sui marciapiedi. Camminò nelle strade pacificate dalla notte. Parma gli pareva conservasse un segno di ogni vita che l’aveva attraversata, come un fondale marino che tutto accoglie ispessendosi negli anni. Aveva un rapporto ormai onirico con la città e per questo l’amava, chiusa nel buio d’inverno, quando si poteva ancora aspirare ad avere un rapporto esclusivo con le sue pietre, quelle non ancora stuprate dalle immobiliari.” (pag. 223)
276 pagine che scavano dentro tutti i possibili moventi del crimine, dalla politica, ai soldi, passando per le passioni e per vicende oscure della vita privata dei personaggi. Tutto questo e molto altro ancora ci riserva “E’ solo l’inizio, Commissario Soneri”. Da leggere avidamente.