Una nuova intrigante inchiesta per i soliti “maledetti italiani” Les Italiens della brigata criminale di Parigi, stavolta coinvolti in una drammatica impresa che implicherà mezzi e cervelli internazioni tutti impegnati in una frenetica caccia a un’opera d’arte di inestimabile valore. Nuova vita semi familiare, ma felicemente avviata per il nostro Mordenti e cionondimeno non può certo abbassare la guardia, Parigi non è mai stato un posto tranquillo. E Les Italiens, i flic della squadra del commissario Pierre Mordenti, lo sanno bene. Il turnover ha cambiato le carte in tavola, ci sono facce nuove a dominare la scena e se non bastasse a far schizzare a mille la temperatura del calderone investigativo di una tranquilla notte agostana oltre alla implacabile canicola estiva, si fanno strada le raffiche dei fucili mitragliatori pronti a trasformare in omicidio quello che sembrava un normale scontro cittadino. E già, perché è proprio quello che capita a Pierre Mordenti e al collega Alain Servandoni, dopo un couscus da leccarsi i baffi preparato da Karima moglie di Alain, di trovarsi coinvolti per caso nell’assalto a mano armata a un furgone con morto ammazzato per dessert. Di colpo la quiete estiva di square Montholon, all’angolo via Papillon, va in frantumi e i “maledetti italiani” si trovano risucchiati in una caccia senza quartiere a una preziosa e antichissima opera d’arte scomparsa nel nulla. Ah, ciliegina sulla torta, secondo Maurice de Glock, il loro genio balistico, le armi usate dai malviventi assassini sono tutte di fabbricazione cinese (come cambiano i tempi eh?). Aspettate, aspettate le sorprese non sono finite perché lo scontro e l’omicidio facevano parte di una ostica pietanza collegata a un furto miliardario. Ma di che? Tutta inestimabile roba illegale manovrata quasi fossero noccioline da un caotico intreccio di trafficanti di arte antica rivali tra loro. Oltre alla moglie del morto nel furgone, sono coinvolti nel gioco sempre più strano e pericoloso anche un poliziotto inglese molto ambiguo, uno spregiudicato ricettatore vietnamita e una femme fatale vecchia conoscenza dei lettori di Pandiani: bella intrigante e manipolatrice. In un complicato e astruso vortice di bugie, finisce che tutti sono o sembrano disposti a tutto pur di far valere le proprie, magari anche fondate ma sicuramente diverse, ragioni per impadronirsi del tesoro. Mentre Mordenti fa le capriole per preservare la relazione con Tristane Le Normand, figlia del’inossidabile gran patron della Crim, la ricerca dell’antico inestimabile manufatto cinese si ingarbuglia all’improvviso e pare volgere al peggio, costringendo i cacciatori a rischiare tutto quello che conta davvero per loro. Non basta per di più tutta Quai d’Orfevres il centenario intoccabile o almeno pareva tempio della polizia parigina è in trasloco diretto al Bastione ,l’immenso modernissimo grattacielo vicino alla Porte di Cluchy. Il grattacielo, udite, udite, che può vantare nella sua facciata la ripresa della veduta di St. Martin di Sisley. Nuova vita dunque, nuove abitudini da costruire, nuovi bistrot, insomma tutto un nuovo mondo sconosciuto da scoprire…
In Ragione da vendere, romanzo che ci riporta con piacere la nostalgia delle più azzeccate atmosfere gialle har -.boiled vecchia maniera di Dashiell Hammett, con un magistrale colpo alla Houdini Pandiani fa incrociare e bene Les Italiens e Zara Bosdaves, i protagonisti delle sue due serie poliziesche. Enrico Pandiani mette i suoi personaggi, esseri umani con le debolezze e le tentazioni di tutti gli esseri umani, davanti all’aureo miraggio del denaro, quel miraggio che solletica pericolosamente e può condurre alla tentazione, a cedere alle voluttuose spire del male. E certo 90 milioni di sterline sono voluttuose spire fasciate di diamanti. Ogni uomo potrebbe chiudere gli occhi, allungare la mano, insomma avere il suo prezzo. L’onestà tuttavia non è debolezza o stupidaggine, L’onestà e sapere resistere e riuscire a farlo sempre, a ogni costo. Mi sono divertita, ci contavo e ancora una volta ho apprezzato la buona prosa e l’indovinato ritmo narrativo di Pandiani che non scade mai. Chiudo il libro decisamente soddisfatta. Come sempre l’andatura della fiction è pazzesca, la tensione viaggia a più di cento all’ora, sfiorati a ogni passo da un mortale pericolo e i dialoghi funzionano alla grande con la storia che ogni volta privilegia scenari diversi e non scontati. Ma con lui impossibile sbagliare… non ne dubitavo.
Il ciclo de Les Italiens è in via di adattamento per una serie tv internazionale.
Ragione da vendere
Patrizia Debicke