Destinato a una platea di young adult (12-18) ai quali però, prima di farlo leggere, sarebbe forse meglio spiegare i contenuti. Comincio subito con dire che il romanzo ha come protagonisti e coprotagonisti un branco di ragazzi di sedici, diciassette anni, troppo spesso protetti e giustificati quando si mostrano privi di freni inibitori e morali. Ragazzi invece destinati a una specie di destino sbagliato sia per il troppo denaro, o per l’intima convinzione di avere in sé qualcosa di marcio o magari per il colpevolizzarsi scioccamente per qualcosa.
Cos’è quella specie di belva affamata interiore che li azzanna e li costringe, a distruggere tutto ciò che toccano? A fare consciamente ma anche inconsciamente del male a chiunque attraversi la loro strada anche solo per caso perché ha avuto la sfortuna di incontrarli, conoscerli percorrere un breve tratto di cammino insieme e magari si è illuso di riuscire a fermarli?
Ma torniamo al libro: Dawn è un’adolescente difficile, molto problematica per la sua famiglia. Non è una persona cattiva, ma una ragazza che sta facendo troppe scelte sbagliate. È scappata di casa, s’impasticca, è andata a convivere con uno spacciatore che avrebbe l’età per essere suo padre e passa il tempo a sballarsi con alcol e droghe, abbastanza da obnubilare nella sua testa il tragico evento di cui forse neppure ammette di accusarsi. Sua madre, rimasta vedova, si è risposata da poco e Dawn piena di rancore, ignora il fratello minore e non vuol accettare il patrigno. La sua rabbia, l’amarezza e il rimorso le hanno fatto perdere il controllo. Ha sbandato senza freni, ha imboccato una pericolosa strada tutta in discesa e ha lasciato la scuola senza nemmeno finire il liceo. Una strada che le costerà cara perché madre e patrigno, che la vanno a riprendere , la porteranno lontano in aereo. Lei deve subire, anche se addirittura si considera rapita, e contro la sua volontà verrà iscritta e inserita in Immersi nella natura, un programma di escursionismo e sopravvivenza dedicato agli adolescenti in difficoltà, chiamati dagli organizzatori orsi e che indossano abiti di diversi colori secondo il livello di apprendimento e maturità raggiunto durante una serie di successive settimane.
Da quel momento la storia di Dawn è ambientata nel selvaggio scenario naturale della selva pluviale poco lontano da Seattle. Il suo programma prevede una serie di estenuanti escursioni attraverso la foresta e le montagne, con zaino in spalla con dentro scarse provviste e il minimo necessario per coprirsi e rudimentali accampamenti individuali. Gli iscritti a Immersi nella Natura saranno accompagnati da professionisti in veste di guide/controllori. Quello che è toccato a Dawn è una specie di corso militare: accompagnato da fame, freddo, dolori dappertutto e paura. Insomma, un’esperienza quasi massacrante, progettata per costringere gli “allievi” a guadagnare progressivamente dei badge di avanzamento al livello superiore per raggiungere finalmente all’ultimo gradino del test una specie di liberatoria laurea morale. Lo scopo per frequentare quella specie di corso/collegio/prigione/lezioni di vita è imparare a sconfiggere i propri demoni tanto da ritrovarsi pronti a rientrare nella società con nuovi valori e un migliore indirizzo da dare alle proprie esistenze . Sulla carta parrebbe un’idea dura ma vincente e invece la storia vera dimostrerà che non sempre il contatto con la natura selvaggia si rivela una carta azzeccata in grado di tirare fuori il meglio dalle persone. Intanto i compagni con i quali dovrà confrontarsi sono quasi tutti incasinati almeno quanto lei. Quando poi le cose cominceranno ad andare davvero male, Dawn dovrà scegliere tra chiudere gli occhi o fare la cosa giusta. Ma fare la cosa giusta potrebbe farla uccidere. Senza rendersene conto, Dawn si ritroverà terrorizzata come non lo è mai stata in vita sua e se vorrà sopravvivere, coinvolta in una bestiale lotta all’ultimo sangue. In un macabro e rischioso gioco mortale in cui come sempre le umane bassezze vorrebbero prevalere a ogni costo. Ci sarà una via di fuga da Immersi nella Natura?
Non so se il pragmatismo americano, diverso e originale di questa specie di punitiva esperienza collegiale, con una vita, da semiprigione e trattamento quasi equiparabili a conti fatti a un addestramento da marines, possa ottenere il fine di raddrizzare e rimettere sulla dritta via dei ragazzi difficili. Vedo molta faciloneria nella scelta di immaginare e portare avanti un programma come Immersi nella natura. Intanto un programma che mostra subito le sue pecche, mischiando indistintamente diverse tipologie di allievi che vanno da semidelinquenti destinati al correzionale ad altri ragazzi magari solo sbandati, o desiderosi di rinforzare il proprio io con delle esperienze di campeggio avanzato. Il tutto con un controllo di sicurezza talmente ridotto da rivelarsi a dir poco demenziale. Con il risultato che? Beh se volete saperlo, leggete…
Ciò nondimeno ho trovato lo stesso La Foresta della paura coinvolgente sia per l’impostazione stilistica utilizzata dall’autore, di una specie di burattinaio / narratore onnisciente, che per la scelta di capitoli molti brevi che alzano il livello di suspence. Perché è evidente poi che leggendo troverete di tutto! Omicidi, suspense e tanti colpi di scena. E scoprirete anche l’indovinato inserimento dei capitoli “Note dell’autore” sparsi subdolamente qua e là.
a.