La recensione di Benedetta Giorgi Pompilio
Paul de Sury è professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari a Torino e ambienta, non certo a caso, il suo primo thriller alla LUL, prestigiosa università milanese di economia e management. L’ambiente accademico è stato sconvolto dal brutale omicidio di un professore, odiato praticamente da tutti, sul lavoro e fuori. I moventi abbondano e la polizia brancola nel buio per oltre un anno. Il buon nome dell’università è a rischio e, alla seconda morte sospetta, viene richiamato dal suo esilio americano l’esimio professor Michelangelo Zanframundo, che proprio dalla LUL era stato allontanato ingiustamente molti anni prima. Infatti, all’estero, oltre alla fama di ottimo studioso, si è fatto anche quella di detective dilettante ed effettivamente il suo intervento si rivela determinante. De Sury ci regala una feroce critica del sistema universitario italiano – tema quanto mai d’attualità – benché il suo intento sia quello, come lui stesso dichiara, di “esprimere il mio profondo amore” per questo mondo. D’altra parte è vero che se la critica deve essere costruttiva, l’università ha da farsi un profondo esame di coscienza e qui lo può fare con un noir frizzante e ben riuscito.
La recensione di Davide Schito
Non sono tanti i personaggi di gialli che riescono a catturare il mio interesse e la mia simpatia fin dalle prime pagine. Uno di questi è sicuramente Michelangelo Zanframundo, professore-detective che viene richiamato dagli Stati Uniti da una famosa università di economia e management milanese per aiutare la polizia a risolvere il macabro omicidio, avvenuto circa un anno prima, di un altro esimio professore, noto, più che per i suoi studi, per il suo carattere meschino e per il gusto di manipolare e tormentare il prossimo. Il suo arrivo, però, sembra peggiorare le cose: altri due omicidi viengono consumati nell’ambiente universitario, e ad un certo punto, a causa del suo passato non certo limpidissimo, tutti gli indizi sembrano convergere proprio colui il quale il mistero doveva risolverlo…
Al di là del nome fantasioso, il personaggio di Zanframundo è sicuramente l’aspetto più riuscito di questo bel giallo classico scritto da Paul de Sury, guardacaso professore ordinario di economia. Ti sembra di vederlo, nei corridoi pieni di studenti e seriosissimi luminari, spiccare con uno dei suoi completi dai colori sgargianti, dall’alto del suo quintale di stazza. Colorito nell’abbigliamento ma non solo, il prof è un vulcano di ironia e sarcasmo di elevatissimo livello culturale da cui emerge tutta la sua toscanità. Completamente privo di timore reverenziale anche nei confronti dei potenti, egli si muove in quella che era stata la sua università alternando sentimenti di amore e odio verso quell’istituzione che gli aveva sì dato tanto, ma tolto anche troppo, molti anni prima. Oltre a lui, a dipingere il variopinto quadro universitario si aggiungono segretarie ninfomani, vecchi tromboni con una doppia vita da ballerini di salsa, direttori amministrativi senza scrupoli e speculatori immobiliari…tutti concorrono a costruire una trama ben articolata e mai banale nè inverosimile, i cui interrogativi vengono ben dipanati in un finale in cui i colpi di scena non mancano, e che, se proprio si vuol trovare un difetto, si esaurisce forse un po’ troppo velocemente nelle ultime pagine.