Una strada tranquilla – Seraphina Nova Glass



Seraphina Nova Glass
Una strada tranquilla
Fazi
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Tre donne: Paige, Cora e Georgia. Tre diversi punti di vista. Tre modalità di racconto (e di visione) che si alternano nella costruzione delle vicende e nei capitoli in cui si articola la storia. Una prigione dorata come un comprensorio residenziale (Brighton Hills) sulla costa dell’Oregon, composto da case splendide, natura rigogliosa e un dorato lungolago.

Insomma, un posto da sogno o da incubo, perché rappresenta una situazione ideale per chi ama vivere un’esistenza da ricchi, mondana tra partite a golf, feste ed eventi di beneficenza, ma anche una location perfetta in cui basta grattare la superficie patinata di questo “non luogo” (senza scomodare più del necessario l’antropologo Marc Augé) per far risalire a galla segreti, tradimenti, nefandezze. Piccoli o addirittura mortali, come nella migliore tradizione di quella che in Italia era definita “sana provincia” e che sappiamo come è andata a finire. Ma questa è un’altra storia, qui siamo negli Stati Uniti e quello che può sembrare un piccolo paradiso in terra, una comunità totalmente indipendente, tanto da essere fuori da ogni tipo di giurisdizione, quei piccoli e grandi segreti assumono con facilità tinte nerissime, alternando disperazione e ironia, feste e bevute epiche a miserabili vicende personali.

È tutto questo il microcosmo raccontato da Seraphina Nova Glass in “Una strada tranquilla”, pubblicato da Fazi editore.  È stato definito un thriller psicologico domestico. Definizione corretta, ma che va un po’ stretta a un romanzo che è molto di più. Perché oltre l’episodio di partenza, un ragazzo che ha perso la vita in un incidente, sul quale la madre ha deciso di avviare una indagine personale spiando in maniera compulsiva i vicini, oltre il dubbio di una moglie sui possibili tradimenti di suo marito, oltre i comportamenti misteriosi di una giovane inglese giunta da poco a Brighton Hills, Sraphina Nova Glass regala un affresco a tinte feroci sulla società americana. Una analisi rigorosa del ruolo delle donne e dello strapotere degli uomini, senza ricorrere a categorie evocate troppo spesso come “società patriarcale” o “matriarcale”, ma semplicemente raccontando realtà, vicende, stili di vita, da cui scaturiscono infedeltà, manipolazioni psicologiche, odio e misteri.

Tanti misteri, che l’autrice dipana con bravura, grazie a una scrittura intensa, cruda, utilizzando spesso le parole come se avesse in mano una telecamera, creando quella suspence, quella attesa per capire quale elemento andrà ad aggiungersi, in un crescendo che porta ad un finale esplosivo. Non a caso da questo libro sarà tratta una serie televisiva.

A proposito di “sana provincia” riecheggia nella mente una frase contenuta in “Niente di antico sotto il sole” un libro pubblicato nel 2021 che raccoglie scritti e interviste di Luigi Ghirri, il fotografo della quotidianità, delle atmosfere di provincia: “forse la provincia è il luogo per antonomasia, mescolanza di affetto e ripulsa, luogo dove si incrociano odio e amore, il tutto e il nulla, la noia e l’eccitazione”. Questo è il cuore della poetica di Ghirri. Certo, apparentemente molto distante dal libro della Nova Glass, che invece affonda il bisturi nella pancia di una enclave falsa, mistificatrice, marcia. Ma quel mix di affetto e ripulsa, di odio e amore, di tutto e nulla, di noia ed eccitazione sembra universale, tanto da riemergere anche nell’opposto e cioè nel “non luogo americano” raccontato da “Una strada tranquilla”.

Michele Marolla

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