Una domenica senza fine – Paolo Maggioni



Paolo Maggioni
Una domenica senza fine
SEM
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Milano, 29 aprile 1945. I corpi di Benito Mussolini, Claretta Petacci e di altri gerarchi fascisti sono esposti in piazzale Loreto per una delle pagine più importanti della storia italiana. Un momento in cui migliaia di persone si riversano nelle strade, una giornata in cui l’esercito americano è alle porte di Milano, una giornata in cui anche la Madonnina sarà liberata da quel telo nero che da anni la ricopriva per tornare a guardare la sua Milano dall’alto.

In questo scenario si muove “Una domenica senza fine”, il romanzo storico firmato da Paolo Maggioni per Sem che vuole essere al tempo stesso un racconto di quella giornata vissuta da diversi punti di vista e per niente coincidenti ma anche un faro luminoso su una vicenda realmente accaduta e romanzata in queste pagine. 

Una vicenda senza dubbio speciale e particolare che ruota attorno all’anarchico spagnolo Laureano Cerrada Santos nel libro ribattezzato Carnera, proprio come il celebre pugile. Nelle pagine di Maggioni lo spagnolo, sostenuto da due anarchici, si muove al contrario rispetto al flusso della storia per andare a recuperare i clichè per poter stampare moneta spagnola in una antica tipografia un tempo gestita da un imprenditore ebreo e fino a poche ore prima controllata dai tedeschi. Lo scopo? Stampare denaro, drogare l’economia spagnolo e dare vita al processo che porterà al rovesciamento del regime franchista in terra iberica. Una missione non facile che incrocia pagina dopo pagine le vicende di altri protagonisti di quella giornata: dall’attesa per la liberazione dal telo nero sulla Madonnina di un giovane seminarista, dalle lacrime di gioia della tranviera Marta Ripoldi, vedova di guerra e madre di due figli molto attiva tra le fila partigiane ma anche il tentativo di mettersi in salvo di Daniele Colpani, la “Voce” radiofonica che ha raccontato il ventennio e impegnato a mettersi in salvo in quella speciale domenica di primavera. 

Tre vicende che si sfioreranno, si incontreranno e che avranno tutte, per certi versi, una fine. Più o meno lieta.

Daniele Bonetti

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