Sono dieci anni che conosciamo David Raker, ex poliziotto del Met, la celeberrima polizia metropolitana inglese, che ormai opera come detective specializzato nella ricerca di persone scomparse. E quindi Un villaggio scomparso è la sua decima avvincente avventura. David Raker ha appena accettato uno spinoso incarico da Ross Perry. Due anni e mezzo prima, nel 2015, i nove residenti dell’elegante complesso abitativo di Black Gale, e cioè: le quattro danarose coppie di amici: i Perry, i Davey, Randolph Solomon e la sua compagna Emilie Wilson e i Gibbs, con in più il loro figlio diciannovenne Mark, avevano deciso di cenare e passare insieme la serata di Halloween. Era sabato e dalle foto, il loro ultimo ricordo, scattate in quelle ore e poi ritrovate in seguito, avevano chiacchierato, giocato, mangiato, bevendo e brindando allegramente. Insomma si erano divertiti. Indossavano maschere, scherzavano… Ma il giorno dopo, domenica mattina, il 1° novembre Ross il figlio dei Perry aveva chiamato senza riuscire a rintracciarli, aveva riprovato la sera, e aveva cominciato a impensierirsi la mattina dopo, ma impellenti impegni di lavoro l’avevano costretto a rimandare una corsa a Black Gale fino al giorno tre, quando Rina Blake, figlia dei Davey, gli aveva telefonato da Cambridge. Neppure lei riusciva a contattare i genitori da giorni. E aveva provato a chiamare anche gli altri vicini senza successo. Solo a quel punto Ross Perry, spaventato, aveva preso la macchina per raggiungere Black Gale, situato a circa trenta chilometri a nord di Cressington, centro rurale del Devonshire. Al suo arrivo, il deserto. Insomma aveva trovato le case chiuse in perfetto ordine, tutto era al suo posto, non si vedevano segni di effrazione o colluttazione ma nove persone erano sparite. Gli allarmi non erano inseriti e le loro macchine erano al loro posto in garage, mancava solo il furgoncino Volkswagen di Salomon… Aveva subito allertato la polizia. Che era accorsa, gli agenti si erano messi all’opera per ritrovare nove persone svanite nel nulla da un giorno all’altro, ma non c’erano cadaveri e non avevano trovato indizi o prove che potessero far pensare a una qualunque aggressione, a un rapimento, a una fuga. E i motivi poi? Impossibile scoprire cosa fosse mai successo a Black Gale, nonostante le loro ripetute indagini che avevano sondato con cura presente e passato dei nove scomparsi. Tutto delle loro vite rientrava nella più serena normalità. L’unica assurda anormalità era quella incredibile sparizione di gruppo da un giorno all’altro tanto che, dopo ben due anni e mezzo di fronte a quell’enigma dai tratti fantascientifici, ancora irrisolto, gli inquirenti aveva abbassato le braccia. A quel punto i familiari dei nove pseudo fantasmi, capitanati da Ross, avevano deciso di assumere un investigatore, rivolgendosi a Raker, nella speranza che lui riuscisse a trovare qualche indizio e far luce su quel mistero. La caccia è aperta. Ce’erano forse dei pericolosi segreti nelle vite delle quattro famiglie? Erano veramente ciò che affermavano o il loro passato celava qualcosa di pericoloso? Raker deve seguire le tracce e ritrovare dopo tanto tempo, due anni e mezzo, nove persone o nove cadaveri? Ma ora la narrazione, che ha già imboccato con forza due diversi piani temporali e due diverse ambientazioni locali, fluttuando avanti e indietro nel tempo si fa serrata e seguendo due diversi binari obbliga il lettore a concentrarsi e a tener dietro ai tanti e ripetuti colpi di scena. E, tuttavia questa “trama” della trama, non farà che spingere Raker ad andare sempre più a fondo per svelare il mistero. Siamo davanti a una ghost story che ha visto persone dissolte nel nulla? Di loro appena un soffuso ricordo. Una beata comunità di nove persone scomparse senza lasciare traccia di sé? Ma poi sono veramente esistite ? E, se lo sono, cosa mai ha rotto l’idillio? Qualcosa che aspettava minaccioso nell’ombra, nel buio di una pace trasformata improvvisamente in trappola mortale? Cosa si nasconde dietro questa storia di un villaggio scomparso? Però a conti fatti Black Gale non è un villaggio, perché sono solo tre belle ville, con per fulcro una splendida fattoria. Ora tutte vuote. E infatti l’originale titolo inglese No one home = Nessuno in casa, rendeva forse molto di più il senso di angoscia e di desolazione provato dal figlio dei Perry, una delle coppie scomparse, quando ha scoperto che tutti i residenti di Black Gale si erano volatilizzati. Ma torniamo alla trama: Raker è in ballo, deve ballare e far fronte a un caso contorto, molto pericoloso, che potrebbe far emergere alla fine strette connessioni tra la Los Angeles degli anni ‘80 e la scomparsa degli abitanti di Black Gale. Possibile che i due binari si uniscano e che tutto il mistero di Black Gale sia riconducibile a una vecchia storia criminale americana? Con un romanzo che pareva volersi ammantare del pathos di un evento fuori dal normale capitato proprio la notte di Halloweeen, quando vanno i giro i fantasmi, buoni o crudeli che siano, ancora una volta Weaver mira al bersaglio di plagiare e coinvolgere il lettore fino all’ultima delle sue ben 449 pagine.
Tim Weaver – Un villaggio scomparso
Patrizia Debicke