In qualità di co-regista, co-sceneggiatore, co-autore del film Sin City , basato sulla fortunata serie a fumetti da lui stesso ideata e realizzata, Frank Miller ha potuto conoscere e capire la tecnica del green screen e dell’utilizzo massiccio della computer graphic in post-produzione.
Il risultato ottenuto da Robert Rodriguez in quella pellicola gli è piaciuto così tanto che deve aver pensato: “lo faccio anch’io…”
La domanda sorge spontanea: perché?
The Spirit, l’originale, non il film, è una creatura del maestro del fumetto Will Eisner. Stampato e distribuito a puntate negli anni 40 e 50 è diventato un classico del genere. Ironico, intelligente, raccontava le investigazioni di un tizio mascherato che si aggirava per Central City, Usa, alla ricerca di criminali più o meno grotteschi. Trasponendolo sul grande schermo, Frank Miller ha optato per un riadattamento più moderno e dark.
Nelle intenzioni l’idea non sarebbe sbagliata, in quanto lo Spirit originale sarebbe risultato un po’ fuori moda e fuori target, oggi, se si considera che chi opta per vedere questo film ha in mente Sin City.
Ma Miller commette un errore: si convince che il cinema funzioni come i suoi fumetti. E allora riempie di scavo psicologico il suo personaggio, abbonda con la voce fuori campo, che ormai non usa più nessuno, contorna tutto di chiaroscuri, visivamente fa una copia carbone del film di Rodriguez, e, per non sconvolgere troppo l’originale, aggiunge dei siparietti semi-comici o delle follie da fumetto, tipo lo scagnozzo investito dal camion che non muore, ma gli restano i segni sul corpo…
L’opera, dunque, appare in costante bilico tra ironia e serietà introspettiva. Non supportata degnamente da una buona recitazione, il protagonista è piatto da far paura, con personaggi femminili tagliati con l’accetta, si fa troppo compiaciuto di sé. Non aiutano nemmeno le musiche. Insomma, se non lo facevano, questo film, forse era meglio.
Partiamo da un presupposto: chi scrive è convinto che Miller abbia contribuito non poco a rivoluzionare il fumetto americano contemporaneo. Sin dalle sue prime storie ha dimostrato un talento innato e molto noir nel raccontare. Miller detiene il grosso merito di aver ri-enfatizzato il personaggio un po’ sbiadito di Daredevil (solo Ennis, oggi, è riuscito a fare altrettanto con il Punitore).
Batman Anno Uno è forse una delle più lucide interpretazioni dell’ uomo che sta dietro al personaggio creato da Bob Kane. Con Sin City ha ridato forma e dimensione a un universo che, negli anni ’40 (e solo là, perché poi è morto) è stato, almeno nelle immagini, quasi totale appannaggio della cellulosa.
Considerato perciò che The Spirit è un film “sbagliato”, il rammarico più grande è che Frank Miller, straordinario rappresentante del fumetto contemporaneo, si sia svenduto così.