L’autrice scrive il suo terzo giallo con la commissaria Valeria Bardi, ma questo libro è gradevole da leggere anche per chi, come la sottoscritta, non ha letto i due precedenti.
“Stelle nere” prende l’avvio dal ritrovamento, su un bus di linea a Firenze, del cadavere di una donna. La commissaria Valeria Bardi e il suo vice, l’ispettore Manuele Belgrandi, arrivano sul luogo del crimine e trovano una donna con un segno rosso sul collo, molti ematomi e i segni di molte coltellate all’addome. Intorno non ci sono tracce di sangue, però, e questo fa pensare che la donna sia stata uccisa altrove e poi trasportata li. Il capo della scientifica e il medico legale ipotizzano che sia stata colpita alla testa e poi strangolata. Purtroppo intorno al cadavere non vengono rinvenuti né la borsa né effetti personali, quindi la vittima rimane senza nome.
Quando la vittima è trasportata all’Istituto di Medicina Legale, Valeria Bardi, ispezionandone la biancheria intima, si accorge che c’è qualcosa cucito all’interno del reggiseno. Così, con l’aiuto di un bisturi, lo estrae e capisce che si tratta di uno scapolare, un’immagine sacra che alcune persone portano sempre con sé. La commissaria riconosce l’immagine di San Marone, il fondatore della chiesa cattolica libanese detta, appunto, maronita. Questo fa propendere la Bardi per indirizzare la zona di provenienza della vittima dal Qamar. Si tratta di uno stato vicino al Libano dove si combatte da anni una cruenta guerra civile.
Sullo scapolare c’è anche un indirizzo in arabo che corrisponde all’Istituto degli Innocenti, dove ha sede l’organizzazione internazionale dell’Unicef. La commissaria si reca nei loro uffici, e conosce Alain Touran, un funzionario, che non solo riconosce e identifica la donna dalla foto che gli viene mostrata, ma dice anche di averla aiutata a fuggire durante la sua ultima missione in Libano. Aveva finto che fosse sua moglie, ma la sua fuga si era fermata in Turchia, così Touran aveva raggiunto l’Italia in aereo mentre la vittima, Nadia Hiddad, avrebbe tentato la via del mare con gli scafisti.
Da qui nasce un intreccio complesso che coinvolge anche una pittrice fiorentina, che conosceva la vittima, e frequenti sono i flash back che ci riportano alla guerra nel Qamar e al destino di chi cerca di fuggire dalla propria terra natia.
E proprio questi dettagli rendono il libro molto interessante, non si tratta di un semplice thriller con molta adrenalina. Inoltre il personaggio di Valeria Bardi è molto accattivante e ispira subito simpatia. Aspettiamo il prossimo libro dell’autrice per vedere se l’ispettore Belgrandi riuscirà a fare breccia nel cuore della commissaria.