Sinister. La città delle ombre – Gareth Rubin



Gareth Rubin
Sinister. La città delle ombre 
Longanesi
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Conoscere Conan Doyle aiuta molto ad approcciarsi a questo libro, ma non conoscerlo è un’opportunità per scoprirlo nuovamente dalla penna elegante di Gareth Rubin, che con maestria compie un esperimento ben riuscito facendo rivivere i personaggi dell’antico maestro. 

Le descrizioni accurate ci calano in modo immersivo nei diversi volti della Londra di fine ottocento e inizio novecento.

Un complotto internazionale, dagli articolati risvolti, rischia di incrinare i delicati equilibri europei. Unica possibilità di scongiurare la catastrofe è la collaborazione di due menti geniali: il celebre detective Sherlock Holmes e il famigerato professor James Moriarty, suo acerrimo nemico.

Un incipit sensazionale apre il sipario: un artificio nell’artificio introduce il lettore alla storia. John Watson, medico di professione e reduce di guerra, narra dal suo personalissimo punto di vista la cronaca del caso al quale sta  lavorando con Holmes. 

Secondo capitolo e secondo incipit, questa volta narrato dal colonnello Sebastian Moran, una mente criminale al soldo di James Moriarty: “Un essere capace di dirigere dall’ombra tutto il male di questo mondo, mentre sfoggia il volto innocente di un professore di matematica in pensione”, secondo la descrizione dell’autore.

La storia si dipana con una sorta di doppia trama specchiata. Due ambientazioni magistralmente orchestrate riescono a descrivere luci e ombre della città londinese attraverso i due narratori Watson e Moran. 

Due narratori e due atmosfere entrambe dense di particolari in grado di catapultare il lettore in quelle realtà e in quella tensione piena di presagi.

Holmes contattato da un giovane attore George Reynolds, è chiamato a scoprire cosa si nasconde dietro strani comportamenti: ogni sera il suo cliente  recita il Riccardo III in un teatrino dove gli spettatori sono sempre gli stessi e lo fissano con insistenza senza staccargli un secondo gli occhi di dosso. Chi sono queste persone? Cosa vogliono da lui?

Nel frattempo, Moriarty, incastonato nelle ombre dei bassifondi, si troverà invischiato in un conflitto tra bande, dove l’intento era proprio quello di incastrarlo per sue pendenze passate.

Le due trame specchiate e parallele corrono lungo una parabola che trova il suo culmine in un capitolo posto esattamente a metà della storia.

Dove le due menti più geniali di Londra, incitate a collaborare, già più volte da una voce fuori campo, converranno che l’unico modo per scongiurare una catastrofe internazionale dai loschi contorni, richiederà di mettere da parte le loro divergenze per scoprire questa oscura minaccia.

In un crescendo di tensione e colpi di scena ben calibrati, si susseguono scie di omicidi che punteggiano l’intrigato evolversi della storia, sotto la quale aleggiano cupi sentimenti: brama di potere, vendetta personale, delirio di onnipotenza, avidità di fama e denaro. 

Anche il finale si serve di un artificio per allinearsi agli scritti di Sir Arthur Conan Doyle, ma lo apprezzerete leggendo. Non voglio spoilerare. 

Assolutamente consigliato, ma abbiate la pazienza di porre molta attenzione per non perdervi qualche pezzo per strada.

Cinzia Censi

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