Scrivere per gioco, senso proprio

Fra i tanti generi della letteratura – se esistono – c’è anche quello “ludico”. La definizione è impropria e vaga: al suo interno ci può stare – e viene inserito – di tutto.

Fra il resto, anche la scrittura dedicata ai Giochi di Ruolo.

Cosa siano i Giochi di Ruolo è al contempo semplice e difficile da spiegare.

Tautologicamente sono dei giochi nei quali i partecipanti sono invitati ad assumere i ruoli dei protagonisti di una specifica storia. Praticamente, invece, sono dei veri e propri esercizi letterari nei quali i giocatori – grazie all’abilità di una figura chiamata generalmente Master – vivono in prima persona le vicende narrate all’interno di quella che prende il nome specifico di Avventura.

Io, letterariamente parlando, sono nato nel 1988 come editor e poi autore, di avventure per i Giochi di Ruolo. E per me è stata una palestra di fondamentale importanza.

Per chi desidera farsi un’idea più chiara su cosa siano i Giochi di Ruolo, oltre ai vari siti specializzati presenti in Internet, anticipo che a breve riproporrò sul mio piccolo blog di servizio un piccolo saggio che pubblicai sul tema qualche anno addietro.

Per gli scopi dell’odierno “Lo spazio nero”, è sufficiente sapere che la dignità letteraria di questo tipo di scrittura è testimoniata sia dalla quantità di materiale prodotto, sia dagli autori di riferimento: da Howard Phillips Lovecraft a John Ronald Reuel Tolkien passando per Michael Moorcock, George Raymond Richard Martin, William Gibson e molti altri.

In Italia esiste un premio letterario esclusivamente dedicato a questo tipo di scrittura.

Il premio prende il nome di “Concorso letterario Labyrinth: la migliore avventura per il Gioco di Ruolo” ed è giunto quest’anno alla XV edizione.

Come MacAdemia, lo dichiaro subito, sono uno degli organizzatori; come Fabio Fracas, invece, ho l’onore di essere il Presidente della Giuria. Una giuria composta da alcuni fra i migliori nomi del panorama letterario ludico italiano.

Qualche giorno fa, in un articolo nel quale presentavo il tema del Concorso di quest’anno – l’Oscurità, casualmente – scrivevo quanto segue:

“Il labirinto delle scritture. Oppure: la letteratura del labirinto. Ovvero, letteratura e Giochi di Ruolo.In qualsiasi modo la si voglia descrivere esiste una vera e propria sezione della scrittura dedicata alla realizzazione di avventure per il varigato mondo dei Giochi di Ruolo: da quelli con sistemi basati sul lancio dei dati, a quelli diceless fino a quelli di pura interpretazione, a quelli di caratterizzazione, a quelli teatrali e a molti altri tipi ancora.

Io ho un rapporto privilegiato con i Giochi di Ruolo – questo credo lo si sappia molto bene – anche perché consentono di creare storie che poi verranno effettivamente vissute da qualcuno altro da colui che le ha scritte. E non c’è banco di prova migliore per uno scrivente che far vivere direttamente le emozioni dei propri scritti ai propri lettori.”

Per questo e altri motivi, vi invito a partecipare al prossimo XV Premio Labyrinth che, fra l’altro, è completamente gratuito.

Per mettersi in gioco, vi assicuro, non c’è modo migliore.

Fabio Fracas

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