Fermi tutti.
Non so voi, ma avrei apprezzato parecchio se, al momento della nascita, oltre a fornirmi di un corpo fatto carne e sangue, mi avessero dato anche un manuale di istruzioni per gestire al meglio intelligenza, emozioni e sentimenti.
Ho sempre trovato uno spreco di tempo e risorse imparare per tentativi.
Comunque.
Spesso la meraviglia affoga nella quotidianità e non ci rendiamo conto che una forma corporea come la nostra, non equipaggiata con denti affilati o munita di altre particolarità predatorie più o meno letali, al principio dell’evoluzione era la candidata ideale all’estinzione invece, grazie alla capacità di avere uno straccio di organizzazione sociale e di saper mettere assieme pensieri più complessi oltre al cibo e alla riproduzione, l’uomo è riuscito a inanellare una serie di successi e si è ritrovato in cima agli altri esseri viventi.
A differenza dei nostri coinquilini biologici, non siamo più un soggetto con una funzione specifica nell’ecosistema, siamo addirittura in grado di manipolare l’habitat in cui viviamo.
Magnifico, peccato che non siamo abbastanza saggi per gestire una capacità simile e, non per fare il guastafeste, abbiamo anche tantissimi altri limiti.
Sempre la vecchia storia per cui abbiamo uno sviluppo tecnologico di gran lunga superiore alle nostre capacità di gestirlo e amministrarlo.
Siamo in grado di apprendere dai nostri errori e di sbaglio in sbaglio riusciamo a moderare le nostre esperienze. Posso dire la mia? Per quel che riguarda i sentimenti però, seguire questa linea è fallimentare. Vi ricordate il primo amore? Quello che non si scorda mai, che ci ha insegnato tutto – o quasi – e ha dato un’anima al nostro cuore?
Bello, vero? Però poi che facciamo? Con l’andare del tempo annacquiamo l’intensità, diventiamo più saggi e installiamo un limitatore a questo splendido impulso sino a far annegare la meraviglia nella quotidianità.
Ma cosa succede se il cuore ricomincia a battere per i fatti propri?
Ecco perché, secondo me, sarebbe stato necessario avere un libretto di istruzioni all’uso e la manutenzione della nostra parte spirituale.
Salvare il fuoco è il nuovo romanzo di Guillermo Arriaga, edito da Bompiani. Sceneggiatore, regista e scrittore sempre in grado di mostrare l’essere umano vivo al centro della propria esistenza. Quando tutto scorre sulle pigre rotaie di una routine ben oliata, Marina inciampa in un imprevisto: la passione.
È una coreografa di successo, sposata con tre figli ed è una parte importante della società che conta, fatta di lusso e benessere, ma tutte queste condizioni non contano nulla quando la sua vita deraglia. Coinvolta dell’amico Bernardo, aderisce al progetto di portare l’arte nelle carceri e la scintilla che incenerisce tutto scocca quando incontra Josè, condannato per omicidio.
L’amore è il propellente che innesca una nuova vitalità in Marina, con lei rinasce la sua arte ed è in grado di andare oltre i propri limiti e anche a quelli fissati del codice penale. I due sono uniti da un legame profondo, a cui non vogliono rinunciare nemmeno quando dal passato si presenta chi pretende vendetta.
Salvare il fuoco – Guillermo Arriaga
Mirko Giacchetti