Piergiorgio Pulixi e il suo ultimo libro, “Lo stupore della notte” (Rizzoli) è anche la storia di un giovane scrittore noir che a soli 23 anni ha esordito insieme a Massimo Carlotto: “Sono sardo, Massimo ha vissuto per diversi anni in Sardegna, e proprio a Cagliari e diede vita al collettivo di scrittura Mama Sabot e così imparai, insieme ad altri giovani autori, a darmi un metodo, a capire cosa significa essere scrittore di romanzi d’inchiesta, a narrare vicende legate al genre noir ed è lì che ho cominciato a scrivere”. Infatti insieme a Carlotto e ai Sabot ho pubblicato “Perdas de Fogu” (E/O 2008), “L’albero di microchip” (Edizioni Ambiente 2009), “Un amore sporco” (nel trittico Donne a perdere, (E/O 2010) e “Padre nostro” (Rizzoli, 2014).
Prosegue: “Ho sempre cercato nei miei libri di conoscere la distanza tra il bene e il male, perché nei miei personaggi, da Biagio Mazzeo a Rosa Lopez, protagonista femminile de “Lo stupore della notte”, nessuno riesce a trovare salvezza a redenzione. Non ci sono i buoni e i cattivi, infatti questi ultimi a volte hanno sprazzi di umanità e gran parte del mio lavoro ha consistito, attraverso narrazioni diverse, romanzi tra loro differenti, nel mettere in evidenza questa relazione che oggi è più che mai attuale”.
Per scrivere il suo ultimo romanzo, Pulixi si è sporcato le mani in una Milano sottosopra, sezionata e vista da vicino nei quartieri più degradati e nelle vie più alla moda: “Nei primi c’è il dramma di situazioni legate alla presenza di extracomunistari, molti dei quali legati alla malavita, nel grande valzer modaiolo trovi i più assidui consumatori di cocaina. Per scrivere questo libro ho vissuto alcuni anni a Milano, dove tuttora risiedo, volevo infatti capire questa città tentacolare, che sa mostrarti tutta la sua bellezza da un lato e il disagio sociale dall’altro. Dopo alcuni anni a Londra, soprattutto per preparare e rendere credibile il mio ultimo libro, ho scelto la metropoli lombarda”.
Questo autore crede nel noir e scrive molto bene con una narrazione veloce, riuscendo a costruire romanzi di forte impatto: “Stavolta ci sono i terroristi islamici di terza generazione, la ‘ndrangheta e la camorra guidati da un Mestro di cui nulla si sa o poco e la poliziotta Rosa Lopez, ha il compito di scardinare la preparazione di un attacco terroristico di cui Milano sarebbe il luogo in cui attuarlo. Rosa si muove bene, sa comandare, è a modo suo una donna di potere e la storia tende ad essere un intreccio tra il romanzo sociale e il thriller, come esige la letteratura noir, che in questi anni ha abbandonato il ruolo di nicchia, penso a Giancarlo De Cataldo e il suo “Romanzo criminale”, alle serie televisive nate sui successi di Gomorra e Suburra, a certi film come “Non essere cattivo” di Caligari e “Dogville” di Matteo Garrone, in cui società e vite comuni s’intercciano allo stesso modo del potere criminale con la società civile”.
Nel 2009 inizia la saga poliziesca di Biagio Mazzeo con il noir “Una brutta storia” (2012) proseguita con “La notte delle pantere” (2014) e “Per sempre” (2015). L’ultimo romanzo della quadrilogia è “Prima di dirti addio” (2016). La serie di Biagio Mazzeo è stata pubblicata da E/O e ha ricevuto diversi riconoscimenti: “Biagio Mazzeo – sostiene – imperversa nella cosiddetta “giungla”, una metropoli facilmente indentificabile nella Roma di Mafia capitale, esercita un potere rilevante anche sulla classe politica locale, ma io ho sempre cercato strade nuove, con la scrittura di romanzi e racconti che coinvolgessero anche protagoniste femminili. A questo proposito tengo a citare il noir psicologico, dal titolo “L’appuntamento” (E/O), un libro che è stato molto apprezzato dalla critica, lo considero una delle cose più originali della mia scrittura, anche se oggi sto già pensando al prossimo libro”. Che sia ancora Rosa Lopez la protagonista?
Oltre il genere Noir – Conversazione con Piergiorgio Pulixi
Mauro Molinaroli