Gedeone Maniscalchi ha varcato il confine che separa la realtŕ dalla paranoia. Due zone, entrambe grigie, della sua esistenza. Da assistente di un noto imprenditore che opera nella moda, ad azionista della stessa azienda. Con un omicidio nel mezzo. Un uomo ammazzato su invito del suo capo, del suo padrone. “Uccidilo!” si era sentito dire. E aveva ubbidito, anche quella volta.
Il Mister non aveva potuto negargli quelle quote, che valevano quanto il suo silenzio, quello che se violato, lo avrebbe spedito dritto in carcere. Un equo scambio che faceva entrare Gedeone nel mondo del jet set dalla porta principale.
Guardandosi adorante nello specchio, che riflette i muscoli ben definiti e gli rimanda l’immagine di un uomo desiderabile, allontana per qualche istante il ricordo della sua vecchia vita. Che odiava. Sente che l’immagine del trentacinquenne grasso, flaccido e ancora vergine, si allontana. Ma non se ne va, non se ne va mai. Non bastano le anfetamine, gli antipsicotici e gli anabolizzanti a renderlo un uomo migliore. Non basta il guardaroba griffato e l’ammirazione dei colleghi. Non basta nemmeno Marta, l’ex prostituta che dopo avergli regalato il primo momento d’amore diventa la sua donna. Serve di piů. Serve la resa del Mister.
Con precisione chirurgica il self made man studia le sue mosse. Arriverŕ il giorno dell’ascesa, quello in cui tutti parleranno di lui come dell’imprenditore che ha sdoganato un marchio pręt-ŕ-porter e lo ha reso la punta dell’alta moda, che appassionato intenditore di arte contemporanea ha creato uno spazio espositivo dedicato agli artisti piů quotati sul mercato.
Il disegno perfetto di un uomo perfetto si frantuma perň contro il delirio. Come un cocktail troppo forte, i farmaci, le ambizioni e le ossessioni del protagonista si fondono fino stordirlo, in un continuo oscillare tra realtŕ e delirio.
E questo č un libro delirante, un italian psycho che mette nero su bianco la follia di una mente offuscata e persa chissŕ dove. Anche il lettore si perde in questi anfratti della psiche che nascondono i sentimenti piů violenti e i desideri piů sporchi. Il ritmo č molto sostenuto, l’inquietudine cresce pagine dopo pagina, insieme al desiderio che la ferocia si fermi, che finiscano i morti e che il cerchio si chiuda. Desiderio, forse, di normalitŕ. Ottimo esordio per il promettente Giorgio Bisi.
Non sfidarmi
eva massari