Torino e Regno. Autunno 1846 – Estate 1848. L’alto bruno Emiliano Mercalli di Saint-Just è un brillante 27enne in carriera, aristocratico di discendenza napoleonica, capitano dei carabinieri reali. Fuma insani sigari e monta il sauro Morgante. Ama l’attrice 25enne bella e colta, libera e capricciosa, Naide Malaro’, capelli bruni e naso impertinente, fieri scuri occhi con pagliuzze dorate. Nel bel mezzo della storia, Emiliano s’imbatte in un omicidio, si becca una stilettata in volto e incontra cosi’ per la prima volta il Diaul, feroce assassino seriale e complottardo. L’intrigo è complesso: Cavour non è il solo a tramare, all’inizio finisce in carcere un innocente pittore ebreo, Emiliano perde l’innamorata e anche l’amicizia del sapiente medico Gualtiero Lancefroid. Nel manicomio criminale capisce qualcosa. La svolta avverrà in mongolfiera, con le prime pistole. Il sommo Giancarlo De Cataldo (“Nell’ombra e nella luce”, Einaudi 2014, pag. 219 euro 14) usa le magistrali frequentazioni sabaude per un giocoso divertito romanzo storico, un poco parodia all’inizio, poi più strutturato. Strumenti d’epoca (come il valzer) e vini eterni (nebbiolo e barolo).