Sergio Badino
Sulle tracce della verità
Pelledoca
Hanno sette anni Irene, Yuri e Mario, che viene da Genova e condivide le vacanze dell’estate con i primi due in un piccolo paese del Monferrato, quando si avventurano nell’intrico del bosco alla ricerca della casa di Miserere, un vecchio che li incuriosisce e spaventa un po’ anche se il papà di Mario, ispettore di polizia, assicura che non bisogna aver paura di lui. Ma tant’è, l’avventura è avventura e si può sempre inventare anche se non c’è. La straordinaria impresa viene immortalata da una foto dei tre insieme.
Sei anni dopo Mario a Genova guarda la foto e decide di tornare con papà alla casa in paese, dove non va più da tempo, da quando i genitori si sono separati, per il funerale di Yuri, ucciso da un pirata della strada. Crudelmente. Aleggia un grande dolore tra la gente e Irene affronta Mario rabbiosamente rimproverandolo di aver lasciato solo l’amico quando aveva più bisogno di lui. A poco a poco alcune tessere del mosaico cominciano ad andare al loro posto. Pare che Yuri si fosse messo in brutti giri. Giorgio, il figlio del ricco imprenditore del paese, è cresciuto e spadroneggia come un bullo in compagnia di un cugino carabiniere che lo protegge.
Il flusso della narrazione appare inizialmente calmo, quasi rallentato dalla tristezza per la disgrazia e dai rimuginii mentali di Mario che non ha ancora accettato il divorzio dei genitori e il distacco dagli amici di un tempo. Si respira l’attesa di una svolta che quando avverrà precipiterà nel noir una storia nerissima, giocata anche su sentimenti e stati d’animo lancinanti: l’attraversamento dell’adolescenza, le relazioni amicali e familiari, l’esistenza del – e la resistenza al – male. Yuri è stato massacrato da un’auto passata più volte sul suo corpo. Mario e Irene vanno nella vecchia casa nel bosco e trovano in fin di vita Miserere. Che in ospedale scaccia via i due ragazzi quando li vede, spaventato. In brevi capitoli che alternano personaggi e situazioni concomitanti, i due rischiano di fare la fine dell’amico, e anche Miserere, testimone oculare terrorizzato. Ma non a caso il papà di Mario è un poliziotto esperto.
Da 11 anni
Fernando Rotondo