Settimo romanzo della serie dedicata al commissario Charitos
Sullo sfondo della crisi economica che sta sconvolgendo la Grecia e strangolando la vita quotidiana, l’ unico drammatico caso di cronaca che nell’ultimo mese ha coinvolto la squadra della sezione omicidi di Atene agli ordini del commissario Charitos è stato il suicidio plurimo di quattro pensionate alla fame che hanno scelto di togliersi la vita.
L’omicidio invece pare in aspettativa, messo da parte finora dalle manifestazioni di protesta, dai continui disordini e dagli scioperi. Ma l’atmosfera generale che si respira ovunque è di cupa desolazione, con sempre più persone che stentano a tirare avanti ridotte al lumicino dal continuo peggioramento della loro situazione finanziaria. Anche in casa Charitos, con figlia e genero che progettano di lasciare la Grecia per andare a lavorare in Africa, l’atmosfera rischia di farsi pesante.
Ma Charitos al lavoro, pur malpagato, deve continuare a fare il suo dovere, ragion per cui, visto il poco daffare in ufficio, metterà i suoi collaboratori al servizio di ramazza e catalogazione delle carte fino a quando una telefonata li spedirà di corsa, traffico caotico permettendo, al sito archeologico di via Pireos dell’antico cimitero del Ceramico.
Il morto, un uomo di mezz’età, ben vestito, sdraiato supino sotto una stele con gli occhi chiusi e le mani incrociate sul petto, quasi fosse pronto per la sepoltura, è un medico chirurgo. Eccellente nella sua professione, era detestato dai collaboratori e dai dipendenti. Insomma un personaggio da prendere con le molle, che guadagnava moltissimo, riservando i suoi esosi servizi solo a una clientela di riguardo che poteva pagare astronomiche parcelle in nero. Una florida situazione economica personale che gli consentiva di disporre di una lussuosa casa ad Atene, di una favolosa collezione di quadri, di ville nelle isole dell’Egeo intestate alle figlie, maggiorenni ma nullatenenti e residenti all’estero, e altre proprietà a nome di società con sede nelle isole Cayman. Si scoprirà molto presto che la vittima è stata uccisa con un’iniezione di cicuta nel collo.
Il movente del suo omicidio verrà individuato sull’web dalla polizia: una mail, indirizzata al chirurgo pubblicata dall’assassino che, dopo essersi presentato come l “Esattore nazionale”, spiega come il destinatario fosse un evasore fiscale al quale era stato ingiunto con relative minacce di morte in caso di inadempienza, di pagare allo stato quanto doveva…
La seconda vittima, trovata il giorno dopo dalla polizia, anche questa in un importante sito archeologico dell’Attica, sarà il titolare di un’azienda di informatica che, per le sue collusioni con la politica, si è accaparrato dall’amministrazione statale grossi appalti illegali e come pingue conseguenza immensi profitti. Ciò nondimeno, mentre il commissario Charitos e i suoi cercano di scoprire come ha fatto l’Esattore a impadronirsi dei nomi degli evasori e se esiste un qualche legame tra lui e le sue vittime, qualcosa, indubbiamente dal suo modo di scrivere, denuncia per lui una cultura di alto livello. Le sue lettere nascondono qualcosa? Magari qualcosa che potrebbe legarlo all’antichità classica greca?
Le lettere di avvertimento e le riprese filmate dei morti eliminati con un iniezione di cicuta, con la relativa motivazione per i delitti, finiranno però, ad opera e per volontà del killer in rete, leggibili e interpretabili da tutti.
Per fortuna, individuando i plausibili destinatari delle successive provocazioni dell’Esattore, nell’intento di prevenire altri omicidi, Charitos e i membri della sua squadra, arriveranno a scoprire che molti degli evasori, spaventati dalle missive ricevute, si sono affrettati a pagare allo Stato le tasse che dovevano. Insomma il terrore provocato dalle minacciate esecuzioni ha fatto restituire alle casse dell’erario quasi otto milioni di euro in dieci giorni.
L’assassino è un cavaliere solitario, capace persino di portare il popolo a radunarsi in piazza per inneggiare all’eroe, al santo, che è riuscito a far fare dove il potere costituito aveva fallito.
Tutto questo è più che comprensibile in uno stato che chiede ogni giorno immensi sacrifici soprattutto ai comuni cittadini, mentre, pochi altri, sporchi approfittatori e ladri continuano impunemente a ingrassare. Squallidi individui pronti solo a vanificare le lotte e le sofferenze di tutti coloro che hanno offerto la vita e la liberta per il bene del Paese. Ma anche se l’etica dell’Esattore obbliga Kostas Charitos a riflettere, a confrontarsi con tante amare verità, lui è sempre e comunque un poliziotto e dovrà fare di tutto per scoprirne l’identità a consegnarlo alla giustizia…
E allora non si lascia fermare, va avanti , non trascura nessuna traccia, si immerge con ostinazione, ripercorrendo ogni possibile traccia pur con un vago senso di smarrimento: anche perché gli omicidi si susseguono in un clima di tensione sociale estrema, in cui vittime e colpevoli sembrano volersi scambiare di ruolo, rendendo sempre più ostiche le sue indagini. Mentre in ufficio le pressioni politiche e i richiami dall’alto si fanno sempre più pesanti, costringendolo a muoversi con piedi di piombo, la sua inchiesta pare arrivata in un vicolo cieco.
Solo il fortunato coinvolgimento di una psicologa, una brava profiler, amica e compagna di studi di sua figlia Catarina, permetterà al commissario di immaginare una nuova pista da seguire e arrivare a risolvere il caso.
Petros Markaris è il primo scrittore greco che ha trattato a fondo nei suoi romanzi il tema della crisi economica che ha dilaniato il suo paese, attanagliato dalla troika . L’aveva già fatto con Prestiti scaduti, e ora ci ritorna con L’esattore. Il tutto visto all’interno di una vivida cornice sociale e familiare, che regala alle sue storie maggiore componente emotiva.
L’esattore – Petros Markaris
Patrizia Debicke