Le notti di Mosca – Enrico Franceschini



Enrico Franceschini
Le notti di Mosca
Baldini + Castoldi
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“Un thriller sugli intrighi, i misteri e le occasioni perdute della nuova Russia”.
Così, pochi giorni fa, Enrico Franceschini ci presentava il suo libro. L’ho letto e posso garantire che racconta una realtà pura e cruda. Inoltre, grazie alla sua profonda conoscenza dei luoghi e dei fatti dell’epoca, Franceschini ci offre una ricostruzione storico-ambientale impeccabile. Con Le notti di Mosca, l’autore si appropria con maestria dei toni di Le Carré, miscelandoli abilmente con quelli di Ken Follett, aggiungendo persino una strizzatina d’occhio a Ian Fleming. La perestrojka di Mikhail Gorbačëv si è conclusa nel 1991 con la dissoluzione dell’Unione Sovietica e l’ascesa al potere di Boris El’cin. Nel 1999, ultimo anno di governo di El’cin, la Prima guerra per l’indipendenza della Cecenia (1994-1996), apparentemente conclusa, è riemersa con nuove aggressioni russe, innescate da attentati a Mosca falsamente attribuiti ai partigiani ceceni. Una scusa per sottrarre a quel fiero popolo il controllo degli immensi giacimenti petroliferi della regione. Selina Masdaev, rifugiata con la sua famiglia in un presunto luogo sicuro tra le montagne, si ritrova invece vittima di una brutale aggressione da parte di soldati russi. Viene costretta ad assistere alla carneficina del marito, noto come il “Robin Hood ceceno”, e dei loro tre figli, trucidati davanti ai suoi occhi. Solo l’intervento di un commando di ribelli guidati da Marco Bassani, ex giornalista italiano rifugiatosi in Cecenia dopo essere stato accusato in patria, riesce a salvarla dallo stupro e dall’assassinio. Nel frattempo, in Inghilterra, il sergente della SAS, Jack McLean, riceve la notizia della morte del figlio Philip, vittima di un attentato a bordo dell’elicottero dell’avvocato Steve Howell. Howell, sposato con la sorella di McLean, era in possesso di documenti compromettenti affidatigli da un oligarca russo caduto in disgrazia. Quei documenti contenevano prove della corruzione di personalità vicine al governo russo e dei veri mandanti degli attentati attribuiti ai ceceni.

Jack, segnato dalla perdita del figlio e vedovo dopo la morte della moglie nei conflitti in Irlanda del Nord, decide di indagare per scoprire chi ha ordinato l’attentato. Il suo compagno di missioni, l’agente dell’MI6 James Blunkett, gli consegna le informazioni ricevute da Howell poco prima della sua morte. McLean lascia l’esercito e parte per la Cecenia, deciso a rintracciare Marco Bassani, fratello della sua defunta moglie e ora leader dei ribelli. Selina, devastata dalla perdita della sua famiglia, decide di unirsi alle “vedove nere”, un gruppo di ribelli cecene pronte a sacrificarsi per la libertà del loro popolo. Il destino intreccia la sua strada con quella di Jack McLean, e insieme intraprendono una missione contro i poteri corrotti che, da Mosca, tessono una vasta rete di intrighi destinata a stravolgere l’Europa intera.

Franceschini dipinge il feroce antagonista della storia con tratti inconfondibili, richiamando Vladimir Putin, descritto come un uomo dall’aspetto insignificante e dallo sguardo tagliente, paragonato a un topo, simbolo di astuzia e malvagità. Il petrolio è il filo conduttore del romanzo, che si dipana da Grozny, capitale cecena il cui nome significa “La Terribile”, fino agli uffici della City londinese e ai fastosi chalet di Courchevel, per poi tornare alle dacie sotto le cupole del Cremlino. L’alleanza tra Jack e Selina, due “angeli della morte”, rappresenta il cuore pulsante della trama, che si conclude con una sfida finale contro gli oscuri poteri russi. Franceschini ci regala così una spy story avvincente, impreziosita da un’ipotesi ucronica che sostituisce la realtà con un possibile ma immaginario risvolto.

Con Le notti di Mosca, Franceschini dimostra la sua capacità di adattarsi con naturalezza a temi e ambientazioni diverse, frutto di un vissuto fatto di viaggi, curiosità e anni di esperienza come inviato. Un thriller che non deluderà i lettori, arricchito da uno stile brillante, un ritmo incalzante e un tocco di humour “british”.

Contesto storico

Gli attentati di Mosca che nel 1999 offrirono alla Russia la giustificazione per invadere di nuovo la Cecenia sono realmente accaduti: ma ancora oggi si ipotizza  che non fossero dovuti al terrorismo ceceno ma a  un complotto dei servizi segreti russi per scatenare una seconda guerra, poi vinta dalla Russia con brutali bombardamenti a tappeto. Con, come burattinaio proprio Putin, allora primo ministro e pretendente alla  successione a Eltsin.
Boris Nemtsov, il «Clinton russo», considerato da Eltsin un possibile successore, è  invece diventato leader dell’opposizione e uno dei più evidenti critici di Putin, assurto al potere. Nel 2015 Nemtsov è stato  assassinato  a colpi di pistola sulla Piazza Rossa, mentre passeggiava insieme alla fidanzata.

Patrizia Debicke

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