La storia segreta delle guaritrici nell’Italia ai tempi dell’inquisizione
Bellezza Orsini è una donna bellissima e colta, che dalla vita ha avuto tutto: l’amore del compagno perfetto, dei figli da amare e un lavoro di cui essere orgogliosa: la levatrice.
Purtroppo questo in epoca medioevale, soprattutto nei piccoli paesi della campagna italiana, può essere un rischio, così la donna, oramai vedova, dopo un parto cesareo in cui ha salvato con successo sia il nascituro che la puerpera, invece di venire ringraziata per il lavoro miracoloso svolto, si trova a subire un arresto con l’accusa di stregoneria, denunciata dai suoi stessi concittadini che negli anni hanno beneficiato della sua cultura e delle sue doti da guaritrice, una professione rischiosa all’epoca, malvista dalla chiesa, tanto più se praticata da una donna.
Così inizia un lungo processo che vedrà coinvolta anche l’inquisizione, nel fervore dei suoi albori in Italia.
Nella cornice del processo si svela la storia di Bellezza, dall’infanzia quando viene cresciuta ed istruita all’arte medica dallo zio monaco, che l’aveva adottata sin dalla nascita, e del suo libro di medicina, tramandato a lei dallo zio e continuamente aggiornato, pieno di annotazioni mediche, ricette erobristiche e disegni anatomici, conoscenze preziosissime quanto malviste all’epoca, da proteggere ad ogni costo.
Oltre a Bellezza il romanzo, che traccia un dipinto della vita in Italia, molto differente negli ambienti delle città e nelle più arretrate campagne, narra le vicende di tutta la sua famiglia, partendo dal passato di Bellezza, fino alla vita della sua figlia adottiva Aglaia, che sceglie una strada diversa, ma altrettanto complicata all’epoca, anche lei come donna indipendente e colta, non sottomessa al potere maschile, ed infine anche quella degli altri suoi due figli e della nipote Caterina.
Le protagoniste sono indubbiamente queste tre donne, tre donne diverse, ma tutte con in comune la vivace intelligenza, la voglia di conoscenza e la scelta di non essere sottoposte ad una figura maschile o al giogo della religione, seppur non rinunciando all’amore.
Scelte che da un lato le portano ad avere successo nella vita, a riscuotere benevolenza ed apprezzamento in certi ambienti più liberali, ma dall’altra parte vanno a toccare profondamente le radici di una società patriarcale, manipolata dalla chiesa e della superstizione, che non è pronta ad accettare queste figure.
Sia donne che uomini guardano con sospetto ed invidia al loro modo di vivere e a ciò che rappresentano, non comprendendo che le loro scelte sono votate al progresso, ma portano inevitabilmente a dei sacrifici.
La storia di L’amante del diavolo, tratta dai verbali di un reale processo per stregoneria, narrerà le vite di queste donne eccezionali, con profondo realismo, toccando i loro sentimenti, l’amore famigliare, le loro scelte di vita e come le hanno vissute intimamente, disegnando un vivido esempio di quelle che erano all’epoca le figure “rivoluzionarie” del mondo femminile, forti quanto incomprese.
L’amante del diavolo
Diana Perazzolo